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Pescara, 25/11/2024
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Data: 31/03/2017
Testata giornalistica: Il Capoluogo
AMA in TUA: chi rema contro?

Pareva fatta la fusione di AMA, azienda per i trasporti aquilana, in TUA, azienda unica abruzzese.

E invece no: perché se da mesi si vocifera di questa fusione, alle parole non sono seguiti fatti concreti. E intanto il servizio ne risente, così come si avvicinano nuovi bandi di gara di fronte ai quali AMA, da sola, si ritrova con le armi spuntate.

Sono proprio i sindacati, in una nota della FILT CGIL arrivata nel giorno, peraltro, dello sciopero di otto ore di TUA nel capoluogo di regione, a chiedersi: chi rema contro la fusione di AMA in TUA?

“Ora più che mai bisogna far presto. L’azienda AMA SPA dell’Aquila non può continuare a vivacchiare.” dice Domenico Fontana, segretario provinciale della sigla sindacale che definisce la struttura aziendale di AMA come “asfittica ed inappropriata”

I lavoratori hanno da tempo compreso che il loro futuro e quello del servizio che rendono alla cittadinanza dipendono dalla fusione nell’azienda regionale TUA. Tale percorso è necessario per varie ragioni, ad iniziare dalle scadenze oramai imminenti e che vedono i servizi affidati a gara nel 2019, è necessario per recuperare capacità di investimento in materiale rotabile, oggi inesistente, è necessario per creare economie di scala minime, è necessario per mettere insieme sullo stesso territorio i due vettori principali e recuperare in efficienza e qualità dei servizi ed infine è necessario per eliminare costi impropri.

Insomma non vi è altra via: ma si tratta di un percorso che pareva condiviso dalla stessa proprietà e che, ad un certo punto, si è interrotto.

“Siamo costretti a denunciare un atteggiamento che non comprendiamo e che non condividiamo. Per tre volte infatti la Regione Abruzzo ha provato a mettere al tavolo gli attori di tale processo e per tre volte il confronto è saltato per colpe non imputabili alla Regione Abruzzo.

Si è forse cambiata opinione? Abbiamo il diritto di saperlo. Ne hanno diritto gli utenti, sempre meno del servizio, e ne hanno diritto i lavoratori.

Si immaginano altre soluzioni tese ad evitare il declino dell’azienda e la sua scomparsa nel percorso di affidamento dei servizi tramite gara?

E’ necessaria chiarezza. Chi sono i FRENATORI di questo processo più volte annunciato. Vorremmo con loro confrontarci, conoscere le loro ragioni pronti anche ad essere convinti che si stia percorrendo una strada ragionevole. Oggi non ci appare tale. Oggi siamo costretti a misurarci con piccole miserie quotidiane di un’azienda che non riesce ad affrontare temi di ordinaria organizzazione del lavoro, di gestione dei servizi tale da incrementarne l’attrattiva e con unico obiettivo di far tornare i conti magari procedendo ad ulteriori tagli degli stessi servizi.

Noi non vogliamo essere complici di tanto spreco. Non vogliamo assistere all’ennesima occasione perduta e sacrificata ad interessi altri rispetto a quelli collettivi.

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