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Pescara, 25/11/2024
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Data: 31/03/2017
Testata giornalistica: Il Messaggero
Toto-Alitalia, rilancio da 260 milioni. Mega citazione del gruppo abruzzese contro l’ex compagnia di bandiera: a decidere sarà l’Alta corte di giustizia di Londra. Contrattacco per la vicenda AirOne dopo il lodo arbitrale favorevole al gruppo Colaninno e la causa in corso a Chieti

LA GUERRA DEI CIELI «La vera partita è quella che si giocherà a Londra», fanno sapere dal gruppo Toto. Chieti, Milano, Londra, una sorta di triangolo delle Bermuda nel quale sembra essersi cacciata la guerra tra Alitalia e i vecchi proprietario di AirOne. Al momento la partita sembra segnare il punteggio di 2-1 a favore della compagnia di bandiera ma il pronostico resta aperto. Da Milano è arrivata un mese fa la decisione del lodo arbitrale che condanna la Toto Holding a versare circa 40 milioni nelle casse di Alitalia. Le carte sono adesso finite al Tribunale di Chieti dove, dal 2012, è in corso il contenzioso civile tra le parti per il presunto credito di circa 120 milioni che la vecchia cordata nata per il salvataggio di Alitalia, quella dei cosiddetti capitani coraggiosi capeggiata da Colaninno, vanta nei confronti degli ex proprietari di AirOne. Il lodo arbitrale è in realtà solo uno dei filoni aperti nel contenzioso tra Alitalia e la holding che fa capo all’imprenditore teatino da quando, nel 2008, fu perfezionato l’acquisto di AirOne. Il gruppo Toto fa intanto sapere di avere impugnato la sentenza del lodo per «gravi vizi di nullità», così le due parti saranno costrette a rivedersi per il secondo round in un’aula della Corte d’Appello di Milano.

LA POSTA IN PALIO Ma qui, nello scontro con la vecchia cordata nata per il salvataggio di Alitalia, ballano poco più di 40 milioni, niente rispetto ai 120 milioni di risarcimento su cui dovrà pronunciarsi il Tribunale civile di Chieti. In realtà, come informa lo stesso gruppo Toto, la vera partita si gioca da tutt’altra parte perché la holding teatina è passata al contrattacco chiedendo all’ex compagnia di bandiera la cifra stratosferica di 260 milioni di dollari davanti all’Alta corte di giustizia di Londra. L’accusa è di aver violato gli accordi contrattuali sottoscritti a suo tempo per la fornitura in leasing operativo di nuovi aerei. L’inadempienza di Alitalia, secondo i legali della holding, avrebbe causato agli ex proprietari di AirOne un danno per un ammontare, appunto, di 260 milioni di dollari. «Ricordiamo - si legge in una nota del gruppo Toto - che proprio la gestione della società operata da Colaninno& company ha condotto al fallimento il progetto di rilancio della compagnia di bandiera, maturando complessivamente nel periodo di gestione perdite per quasi 2,9miliardi di euro». Secondo la Toto Holding, la conduzione della Cai (quella dei capitani coraggiosi) avrebbe avuto come unico risultato l’aumento delle perdite persino rispetto alla gestione pubblica della compagnia aerea, e questo a causa di scelte che si sarebbero rivelate un boomerang, sia sul piano strategico che di conduzione ordinaria della società. «Letta anche sotto questo punto di vista, e non solo - contrattacca il gruppo Toto - l’azione revocatoria intentata da Alitalia davanti al Tribunale di Chieti appare come una mossa strumentale e temeraria, dalle motivazioni infondate». La compagnia di bandiera ha invece sempre accusato i titolari di AirOne di aver taciuto circostanze che, se note, avrebbero indotto Alitalia-Cai a valutazioni diverse all’atto di acquisto del vettore. Questioni legata ad aspetti fiscali e patrimoniali ancora tutte in mano ai giudici e agli avvocati, anche di oltre Manica.

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