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Data: 31/03/2017
Testata giornalistica: Il Messaggero
Alitalia, 500 esuberi a casa con incentivi

ROMA Almeno 500 uscite incentivate, utilizzando la Naspi e il fondo interno aziendale. E poi prepensionamenti (circa 60), esternalizzazioni (circa 100-150), cassa integrazione e, infine, il sacrificio di almeno altri 100 lavoratori stagionali. Il tutto per attutire l'impatto dei tagli strutturali scritto nero su bianco nel piano industriale di Alitalia che prevede, come noto, una sforbiciata complessiva di 2.500 posti di lavoro. L'incontro di ieri al ministero dello Sviluppo, c'erano oltre i ministri Carlo Calenda, Graziano Delrio e Giulio Poletti, il presidente esecutivo in pectore Luigi Gubitosi e i leader di Cgil, Cisl e Uil, Cortolillo, Piras e Tarlazzi - è servito sopratutto a immaginare il paracadute sociale per i dipendenti considerati in sovrappiù e, parallelamente a fissare il calendario della trattativa. Incontri che dal 6 aprile, dopo lo sciopero nazionale di Alitalia, saranno no-stop.
I PALETTI
La liquidità in cassa è infatti agli sgoccioli e le banche hanno detto e ripetuto a chiare lettere che senza un accordo con i sindacati sul costo del lavoro, da raggiungere tassativamente entro il 13 aprile, la compagnia non sarà a ricapitalizzata e verrà lasciata fallire. Una minaccia che sindacati e governo considerano molto credibile. Da qui l'accelerazione della trattativa che entrerà nel vivo la prossima settimana. «La situazione resta molto preoccupante - ha detto Antonio Piras, segretario generale della Fit-Cisl, - ma c'è la disponibilità dei ministri a trovare soluzioni affinché non vi siano licenziamenti ma esodi volontari, utilizzando tutti gli ammortizzatori sociali disponibili. Certamente l'azienda potrebbe fare meglio la sua parte, per esempio riducendo le retribuzioni del management». Il riferimento è al super stipendio dell'ad Cramer Ball, reso noto dal Sole 24 ore, che supererebbe tra bonus e salario base oltre 2,2 milioni di euro. Anche il ministro Delrio, durante il vertice di ieri, avrebbe chiesto esplicitamente all'azienda di ridurre i privilegi, coinvolgendo nei sacrifici tutto il top management. Insomma, il taglio degli stipendi del 30%, necessario a ridurre il costo del lavoro di 164 milioni, deve riguardare proprio tutti, vertici compresi, e non solo piloti, hostess e personale di terra. Sempre Delrio ha chiesto a Gubitosi di studiare forme di massima flessibilità, per esempio immaginando una compensazione in azioni sui tagli agli stipendi. Per il personale navigante, infatti, il piano prevede una sforbiciata alle retribuzioni del 28% per piloti di medio raggio, 22% per i piloti di lungo raggio e 32% per gli assistenti di volo.
IL PERCORSO
«Dobbiamo fare in fretta» ha detto ai sindacati Gubitosi, riconoscendo che anche se «non c'è accordo su tutto, l'approccio e lo spirito dei sindacati sono giusti e mostrano un forte attaccamento all'azienda». Se «lavoriamo con lo spirito di questa settimana, la possibilità di trovare un accordo c'è» ha aggiunto il ministro Calenda, garantendo che «il governo è di supporto e può fare da facilitatore per far trovare l'accordo» e che si tratterà ad oltranza. A questo proposito il ministro del Lavoro Giuliano Poletti ha riferito che è stata fatta «una valutazione di tutti gli strumenti che possono essere utilizzati tenendo conto della compatibilità».

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