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Data: 01/04/2017
Testata giornalistica: La Repubblica
FlixBus ancora a rischio, 60 giorni per salvarla. FlixBus è una società tedesca arrivata in Italia a metà del 2015. Ha poi acquisito i concorrenti di Megabus

La norma che bloccherebbe l'attività della società dei bus low cost in Italia scatta a fine maggio. Il governo si è impegnato a cancellarla con il disegno di legge sulla Concorrenza, ma la discussione del provvedimento in Parlamento continua a slittare. Lanciata una petizione su Change.org

ROMA - Tutti, a cominciare dal governo, hanno promesso di intervenire. Solo che una azienda non vive di promesse. E così, nell'attesa che qualcuno cancelli la norma che tra 60 giorni le impedirebbe di operare in Italia, la società dei bus low cost FlixBus si sta preparando al peggio. L'ipotesi che alla fine, nonostante tutti gli impegni della politica, quello stop ad personam previsto decreto Milleproroghe non venga cancellato. Costringendola a stravolgere del tutto il suo modello di piattaforma tecnologica, basato non sulla proprietà diretta dei bus ma sull'alleanza con società di trasporto terze per operare le corse tra città.

E pensare che la vicenda sembrava essersi ormai sbrogliata. Tutti o quasi avevano riconosciuto che l'emendamento al Milleproroghe presentato da quattro senatori del gruppo Conservatori e riformisti costituiva un blitz contro la concorrenza, presentato nell'interesse delle "vecchie" compagnie locali. Prevede che possano ottenere l'autorizzazione a operare sulle tratte inter regionali solo raggruppamenti di impresa il cui capogruppo esegue come attività principale il trasporto: non la società tedesca, appunto, che è una piattaforma. Riconosciuto l'errore, non c'era più tempo per toglierlo dal decreto omnibus, ma il governo si era impegnato a farlo con il primo provvedimento utile: il disegno di legge sulla Concorrenza.

Solo che nel frattempo quel famoso testo sulle liberalizzazioni, fermo in Parlamento da oltre un anno, è continuato a slittare. E la bomba a orologeria innescata dall'emendamento galeotto continua a ticchettare. La norma contestata è entrata in vigore il primo marzo, dopo la pubblicazione in Gazzetta ufficiale. Dà 90 giorni di tempo alle aziende di trasporti per adeguarsi, e 30 sono già passati. C'è ancora tempo? Senza dubbio, il decreto sulla concorrenza è stato calendarizzato per la discussione in Aula al Senato la prossima settimana. Quando dovrebbe arrivare il maxi emendamento di relatori e governo con dentro anche un codicillo "salva-FlixBus", blindato dal voto di fiducia. Ma la certezza di poter coninuare a operare per la società tedesca ci sarà solo quando quel testo sarà nero su bianco, approvato anche dalla Camera e pubblicato. Nel frattempo, dicono dalla società tedesca, bisogna considererare anche l'ipotesi peggiore: "Non possiamo certo aspettare l'ultmo giorno utile per adeguarci alla norma".

"Incertezze assurde che farebbero scappare qualsiasi investitore straniero", le definisce Andrea Mazziotti, presidente della commissione Affari costituzionali della Camera, mentre per Sergio Boccadutri del Partito democratico si tratta di "una violazione del principio della certezza del diritto". Ieri, dopo un convegno organizzato sul tema

dal magazine Strade, è stata lanciata anche una petizione sul portale Change.org per chiedere al governo di rispettare l'impegno preso.

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