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Data: 01/04/2017
Testata giornalistica: Il Messaggero
Alitalia, pronta l'operazione da 1,9 miliardi

ROMA I soci e le banche sono pronte a sostenere l'operazione di salvataggio e rilancio di Alitalia. Ieri si è svolto un vertice a Palazzo Chigi al quale hanno preso parte il premier Paolo Gentiloni, il ministro delle infrastrutture Graziano Delrio, quello dell'Economia, Pier Carlo Padoan, quello dello Sviluppo economico, Carlo Calenda, il presidente esecutivo in pectore del gruppo aereo Luigi Gubitosi, quello uscente Luca Cordero di Montezemolo, il numero uno di Intesa Sanpaolo Carlo Messina, il capo dei rischi di Unicredit Massimiliano Fossati (l'ad Mustier è in viaggio negli Stati Uniti) e l'amministratore delegato di Atlantia Giovanni Castellucci. I soci italiani, Ethiad e le banche hanno confermato il loro impegno a sostegno della compagnia, spiegando al governo di essere pronti ad una nuova operazione del valore complessivo di 1,9 miliardi. La struttura di questo nuovo rafforzamento finanziario sarà basata su quattro pilastri: un aumento di capitale, la trasformazione di obbligazioni in equity, la rinegoziazione delle vecchie linee di credito e la concessione di nuovi finanziamenti. Gli 1,9 miliardi di euro saranno divisi più o meno a metà tra Etihad e le banche. All'interno della cifra ci sarà anche una sorta di fondo cuscinetto, una fideiussione di 400 milioni di euro da utilizzare nel caso in cui il piano industriale non dovesse dare tutti i risultati previsti. Anche questo cuscinetto sarà diviso equamente tra la compagnia emiratina e gli istituti di credito. Anche se le banche avrebbero opposto qualche resistenza su questo punto, rendendosi disponibili a stanziare i loro 200 milioni di euro solo a fronte di una garanzia pubblica da parte della Cassa depositi e prestiti.

LA CONDIZIONE La conditio sine qua non perché l'operazione possa partire è il raggiungimento di un accordo con i sindacati sul piano entro il prossimo 13 aprile. Questa è considerata una data invalicabile, oltre la quale le banche potrebbero ritirare il loro sostegno. Dunque la parte difficile, la trattativa con le sigle, inizia adesso. Per capire quanto questo sia vero, basta leggere le dichiarazioni di ieri di Nino Cortorillo, il segretario nazionale della Filt-Cgil. «È ormai definitivo il giudizio sul piano industriale», ha detto il sindacalista, «ridotto a essenziali elementi, privi di criteri di sviluppo ma utile solo al vero piano che tiene insieme gli azionisti rappresentato dal taglio dei costi tra occupazione e salari». Secondo il dirigente sindacale «il taglio occupazionale di 2.037 persone resta ancora tale ed il numero delle attività terziarizzate non prevede al momento, fatta salva una parte della manutenzione, alcun passaggio di personale. È facile ridurre i costi attraverso terziarizzazioni che, oltreché spesso sbagliate, non prevedono nemmeno il passaggio di personale». Secondo i sindacati, che ieri sono stati ricevuti al ministero dello Sviluppo, circa la metà delle 813 esternalizzazioni previste dal piano industriale di Alitalia rischiano di fatto il licenziamento. Circa 400 esternalizzati, prevalentemente impiegati nella manutenzione, verrebbero presi da altre imprese, mentre per i restanti 413, attivi in una ventina di settori tra cui finanza, personale e call center, è prevista solo la cessione dell'attività senza passaggio dei lavoratori. La certezza di un passaggio in continuità di lavoro, secondo quanto si apprende, riguarda i 314 dipendenti di Maintenance, per i quali ci sarebbe una trattativa con Atitech che dovrebbe rilevare tutta la manutenzione in esubero di Alitalia. Nel corso del tavolo tecnico, secondo quanto riferiscono fonti sindacali, oltre al tema degli esuberi ed esternalizzazioni si è parlato anche del rinnovo del contratto nazionale del settore. Da quanto emerso, per quanto riguarda la parte relativa al personale di volo (piloti e assistenti) i risparmi previsti dall'azienda sono pari a circa 78 milioni, attraverso le stesse richieste presentate dall'azienda ad inizio febbraio: ovvero, taglio lineare del 30% di tutte le voci retributive, diminuzione delle ferie e riposi, abolizione degli scatti di anzianità e riduzione del personale di bordo.

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