ROMA «Noi continueremo a lavorare per la riduzione della pressione fiscale. Lo faremo in primavera e in autunno, forse in autunno sarà un po’ più difficile, ma lo faremo perché siamo consapevoli che proseguire quel percorso è decisivo per la ripresa». Paolo Gentiloni sceglie la platea di Confcommercio, riunita a Cernobbio per il forum annuale, per assicurare che il governo sul fronte delle tasse questa volta è intenzionato a fare sul serio. Un taglio delle tasse che potrebbe essere annunciato già in primavera, magari con il nuovo Def che l’esecutivo varerà a giorni. Un impegno accompagnato dalla promessa di ridurre anche il costo del lavoro. L’intervento di Gentiloni è tutto teso a tranquillizzare un paese attraversato da «dubbi e paure». Non a caso il premier ha subito spiegato che l’obiettivo del governo è «rassicurare», garantendo la stabilità, mettendo in sicurezza e completando le riforme e consolidando i risultati positivi ottenuti. «Rassicurare significa prendersi cura, far capire che le questioni aperte verranno affrontate, che si cerca di ricucire le divisioni invece che accarezzarle o esasperarle». E ancora: «Il compito di una politica saggia è quello di cercare di ricostruire un clima di fiducia che è una urgenza che riguarda la nostra società nel suo insieme». Una risposta, in qualche modo, anche ai terremotati di Arquata che hanno inscenato una protesta sulla Salaria. «Oggi confermo, e si vedrà nel Def, che l’impegno per il terremoto è una priorità assoluta e l’affronteremo con le risorse necessarie» assicura Gentiloni, per il quale qualche segno positivo di ripresa in Italia si è già visto. Da gennaio 2014 a gennaio 2017 ci sono stati 700 mila occupati in più. Un dato che il premier definisce «incoraggiante» e che spinge il governo a «continuare sulla strada degli strumenti innovativi come è stato il jobs act». Parla anche di lavoro, Gentiloni. Punto primo: «Proseguiremo l’impegno di far costare meno il lavoro». Punto secondo: il lavoro occasionale. Il presidente della Confcommercio, Carlo Sangalli, gli rimprovera «l’incidente di percorso» dell’abolizione dei voucher. Il presidente del Consiglio ribatte che, togliendo di mezzo il referendum sui tagliandi «abbiamo semplicemente deciso di evitare all’Italia mesi di scontro ideologico e costoso per di più attorno a uno strumento il cui uso era effettivamente andato anche oltre gli obiettivi iniziali per i quali era stato immaginato». Si tornerà al lavoro nero? Gentiloni assicura che il governo farà di tutto per evitarlo. «Noi risponderemo all’esigenza di una regolazione seria e diversa per il lavoro saltuario e occasionale. E lo faremo insieme, prendo l’impegno qui». Quanto al G7, che si svolgerà a Taormina, ci sono due obiettivi, secondo il presidente del Consiglio; ovvero «la coesione e non certo la guerra commerciale» fra le sette maggiori nazioni con un libero mercato e la «coerenza dei principi». Un tema particolarmente di attualità dopo l’annuncio americano di voler mettere nuovi dazi ad alcuni prodotti europei. «Noi» ha detto Gentiloni «non alimentiamo i confitti e lavoreremo per la coesione su queste grandi economie. Bisogna puntare sugli scambi e sulla qualità senza frontiere dei nostri prodotti. D’altronde il nostro export può fare miracoli e sono convinto che la qualità non abbia frontiere». E per questo il premier invita a non vedere la minaccia di dazi come «un incubo incombente». Quanto alla sicurezza, il premier assicura che il decreto recentemente emanato dal ministro Marco Minniti non ha profili illiberali. «Non è così, non sarebbe stato approvato da questo governo o firmato dal presidente della Repubblica. Sono misure che ampliano i poteri dei sindaci per impedire che i comportamenti di singoli e gruppi mettano a ferro e fuoco le città».