Giovedì 6 aprile la Cgil organizzerà un presidio a Montecitorio nel giorno in cui è fissato il primo voto alla Camera per l’abolizione dei voucher e il ripristino della responsabilità solidale negli appalti. Lo ha annunciato venerdì scorso Susanna Camusso, segretario generale della Cgil intervistata dai direttori di RadioArticolo1 e Rassegna Sindacale, Altero Frigerio e Guido Iocca in occasione dell’inaugurazione del nuovo polo della comunicazione della Cgil in via di Quattro Fontane a Roma, dove si sono riunite le redazioni di RadioArticolo1, Rassegna Sindacale e della casa editrice Ediesse.
Per la leader della Cgil la straordinaria mobilitazione della raccolta delle firme per i due referendum ha già dato grandi risultati e il largo consenso riscontrato nel Paese intorno alla proposta della Carta dei diritti universali ci fa essere ottimisti per il raggiungimento dell’obiettivo centrale: quello appunto della definizione di un nuovo Statuto per tutte le lavoratrici e i lavoratori a prescindere dalla loro collocazione nel sistema produttivo, con una legge di iniziativa popolare. Ovviamente “la prudenza è d'obbligo con una situazione politica così instabile e le incertezze che sono note. Il decreto per ora è una dichiarazione politica: noi vogliamo la trasformazione in legge e la mobilitazione proseguirà anche dopo, per sostenere la nostra Carta dei diritti”. In ogni caso si parte “dalla cancellazione degli obbrobri oggetto del referendum come il lavoro comprato in tabaccheria. Ma l'obiettivo finale è ricostruire la dignità del lavoro e da questa campagna abbiamo lanciato il messaggio che ce la si può fare. Ora non disperdiamo il primo risultato e usiamolo per andare avanti su questa strada”.
L'obiettivo è ambizioso: dare all'Italia una nuova legge in cui i diritti siano in capo alla persona e non alla tipologia contrattuale. "Un obiettivo che non è ancora vicino, non ce l'abbiamo a portata di mano – dice Camusso – ma il grande risultato è che ora il Paese ha ricominciato a parlare di lavoro, nel vero senso del termine. Ci si interroga sul lavoro nero, sulla disoccupazione dei giovani. Al dibattito politico, insomma, abbiamo imposto il tema del lavoro: merito della campagna e delle tante persone che si sono mobilitate e hanno raccolto le firme”.
LA VERA NOVITA’ E’ NATA DALLA CONSULTAZIONE DEGLI ISCRITTI
“La vera sorpresa, ha spiegato Camusso durante l’intervista – è stata nella consultazione straordinaria degli iscritti partita dopo una lunga discussione in Cgil. Si era fatta largo l'idea che non avevamo spazio se non quello per difenderci; non era quindi scontato proporre un nuovo statuto, consapevoli che i lavoratori ci avrebbero parlato dei licenziamenti, delle difficoltà, della mancanza degli ammortizzatori. Era come se avessimo noi stessi introiettato l'idea del tunnel". Invece – dice Camusso – abbiamo scoperto, prima con gli attivi dei delegati e poi con le assemblee nei luoghi di lavoro, che c'era la voglia di uscire da questa cappa, il bisogno di ricostruire orizzonti. È stata una vera scoperta che ha determinato le azioni successive e la raccolta delle firme, tanta parte delle quali non sono di iscritti alla Cgil. Abbiamo coinvolto tante persone di diverse opinioni da cui giunge la domanda di un sindacato attento e partecipe".
Nella intervista la leader della Cgil ha affrontato tutti temi relativi all’uso dei voucher, alla degenerazione dei rapporti di lavoro in generale e della mancanza assoluta di un’idea di rilancio del Paese.
RELAZIONI INDUSTRIALI. A VIALE ASTRONOMIA TUTTO TACE
Alla fine dell’intervista Camusso si è voluta soffermare sul tema della rappresentanza e delle relazioni industriali. “Quando il presidente di Confindustria Vincenzo Boccia lanciò idea del Patto per la fabbrica ci siamo subito detti disponibili ai temi dell'innovazione e della digitalizzazione, sottolineando al tempo stesso lo straordinario bisogno di formazione dei lavoratori e indicando gli strumenti e le risorse che già ci sono. Ma dalla Confindustria non abbiamo ricevuto risposte”. Dalle parti di viale dell'Astronomia, conclude, “invece di essere preoccupati per un'improvvisa fusione tra governo e Cgil che non mi pare in campo, dovrebbero decidere di confrontarsi con noi per costruire soluzioni. Non parlando, è difficile che ciò avvenga”.