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Data: 04/04/2017
Testata giornalistica: Il Messaggero
Cala l'esercito dei giovani senza lavoro: è l'effetto degli inattivi. Occupati stabili

ROMA Scende la disoccupazione, anche quella giovanile. A febbraio - comunica l'Istat - il dato generale si attesta a 11,5%, 0,3 punti in meno rispetto al mese precedente. Non è una discesa ripida, ma c'è. Per gli under 25 l'asticella si posiziona al 35,2%, ovvero 1,7 punti in meno rispetto a gennaio e 3,6 punti più sotto rispetto al dato di febbraio 2016. Restiamo quindi a livelli altissimi ma si tratta comunque del livello minimo da settembre 2012: un segnale senz'altro buono.
Il fatto, però, che sul versante dell'occupazione tutto resti più o meno come prima (solo 8.000 occupati in più), attenua di molto il significato positivo del calo dei disoccupati. Non pochi osservatori, infatti, mettono in evidenza l'aumento dei cosiddetti inattivi, quelle persone cioè che, stanche di ricevere continuamente porte in faccia, hanno deciso di non cercarlo proprio più un lavoro e sono quindi uscite dalla platea ufficiale dei disoccupati. In un solo mese, a febbraio, gli inattivi sono cresciuti di 51.000 persone; nello stesso periodo i disoccupati sono diminuiti di 83.000 unità. È evidente la correlazione.
Per il governo comunque la tendenza positiva c'è. «Cala la disoccupazione, anche tra i giovani. L'impegno per le riforme ottiene risultati. E continua» promette via twitter il premier Paolo Gentiloni. E sull'argomento interviene anche l'ex premier, Matteo Renzi, che nella sua enews scrive: «Avete visto che in tre anni la disoccupazione giovanile - ancora altissima - è scesa dal 46% al 35% grazie al JobsAct? Perché possono dire tutti quello che credono: ma il JobsAct funziona, negarlo è impossibile».
I sindacati restano invece molto cauti, invitano a non lasciarsi andare a facili entusiasmi e sottolineano le tante ombre che ancora ci sono nel mercato del lavoro. E così i rappresentanti dei consumatori. Per l'opposizione i dati sono deludenti.
Nonostante resti altissimo, è il dato sui giovani la vera sorpresa di questa ultima rilevazione Istat. Attestandosi al 35,2%, il tasso di disoccupazione giovanile a febbraio torna indietro di quasi 5 anni: per trovarne uno più basso si deve scorrere la tabella fino ad agosto 2012 (era al 34.8%). I disoccupati under 25 sono scesi di 41.000 unità in un mese (toccando quota 525.000) e di 78.000 unità rispetto a febbraio 2016. Gli inattivi in questa fascia sono aumentati di 38.000 unità su gennaio e di 36.000 unità su febbraio 2016.

SEMPRE PIÙ OVER 50 Movimenti quasi impercettibili, invece, sul fronte occupazione, il cui tasso è stabile al 57,5%. Complessivamente gli occupati a febbraio sono cresciuti di 8.000 unità in un mese. Più consistente l'aumento su base annua: 294.000 unità. Rispetto a gennaio la fascia degli over 50 al lavoro è l'unica in aumento (+60.000) mentre diminuiscono sia coloro che hanno tra i 35 e i 49 anni (-33.000), sia quelli tra i 25 e i 34 anni (-19.000). Restano stabili gli occupati tra i 15 e i 24 anni.
Gli over 50 occupati sono ormai oltre otto milioni, il 35% degli occupati totali. Si fa sentire l'effetto dell'aumento dei requisiti anagrafici per l'accesso alla pensione. In un solo anno sono aumentati di 402.000 unità e rispetto a dieci anni fa sono quasi 2,7 milioni in più.

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