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Data: 06/04/2017
Testata giornalistica: Il Messaggero
Rottamazione boom, manovra più leggera «Privatizzazioni, avanti»

ROMA Una manovrina più leggera grazie ai proventi della rottamazione. E in vista della legge di stabilità, il governo riapre il dossier web tax. L'indicazione, in qualche modo, l'aveva data direttamente il ministro dell'Economia Pier Carlo Padoan. Un contributo alla correzione da 3,4 miliardi di euro chiesta da Bruxelles per non avviare la procedura d'infrazione contro l'Italia, arriverà anche dalla rottamazione delle cartelle Equitalia. Il governo aveva stimato di incassare in tutto 7,2 miliardi di euro: 5 quest'anno e 2,2 il prossimo. Ma l'operazione sta andando meglio del previsto. Ieri l'amministratore delegato della società di riscossione, Ernesto Maria Ruffini, ha spiegato che le richieste di rottamazione già esaminate, riguardano ruoli per 8,3 miliardi. L'incasso netto per lo Stato, tolti gli sconti sulle sanzioni e sugli interessi di mora, sarebbe già all'incirca di 5,5 miliardi. Al momento, tuttavia, sono state esaminate soltanto 502 mila delle circa 600 mila istanze arrivate ad Equitalia fino al 23 marzo. Non solo. L'operazione rottamazione scadrà il prossimo 21 aprile.

L'OPERAZIONE Mancano all'appello, dunque, ancora le cartelle già arrivate fino al 31 marzo, che sarebbero di numero e di importo elevato, e quelle che ancora dovranno pervenire da qui al 21 aprile. Con questo trend al ministero sono convinti di poter superare il gettito preventivato di qualche centinaio di milioni, almeno 300-400, da utilizzare per la manovra correttiva che sarà approvata contestualmente al Def, il documento di economia e finanza, la prossima settimana. Una somma che si aggiungerà agli 1,3-1,4 miliardi che arriveranno dal rafforzamento del meccanismo anti elusivo dell'Iva, il cosiddetto split payment, al miliardo di tagli alla spesa dei ministeri e all'aumento delle accise sui tabacchi e delle tasse sui giochi.
Per quanto riguarda il documento di economia e finanza, invece, ieri il ministro Padoan, parlando a margine del rapporto sulla finanza pubblica della Corte dei Conti, ha spiegato che «nel 2016 la crescita ha ripreso vigore ed i primi segnali dell'anno in corso sono molto incoraggianti. Siamo», ha detto il ministro, «in una fase di transizione verso una crescita più robusta e sostenuta». I risultati positivi sono stati ottenuti, ha proseguito Padoan, «grazie anche ai significativi progressi in termini di riforme strutturali. La ripresa degli investimenti pubblici - ha aggiunto - presenta l'altro pilastro della politica per la crescita, che ne è anche complemento». Più in generale - ha detto ancora Padoan - il governo «proseguirà nella sua azione che coniuga il progressivo consolidamento dei conti e il sostegno alla crescita del reddito e dell'occupazione». In serata, poi, Padoan ha anche ribadito che nel Def le privatizzazioni saranno confermate, nonostante la contrarietà dei renziani. Il programma delineato, ha chiarito il ministro, passa per un «sentiero stretto, ma preferibile a scorciatoie, che a volte vengono evocate». Il punto di caduta al quale guarda il ministro non è tanto quello della manovrina da 3,4 miliardi, quanto piuttosto quello della vera e propria manovra autunnale che dovrà affrontare anche la delicatissima questione del disinnesco delle clausole di salvaguardia dell'Iva che valgono da sole 19,5 miliardi. Una crescita più stabile e robusta, potrebbe semplificare gli obiettivi. Ma sarà difficile affrontare il passaggio autunnale senza ottenere nuova flessibilità dall'Europa. Ieri fonti di Bruxelles hanno smentito che ci sia una trattativa in corso per dimezzare gli obiettivi di correzione strutturale dei conti previsti dalle regole europee. Uno sconto che per l'Italia potrebbe valere oltre cinque miliardi di euro. A rivelare che le diplomazie erano al lavoro, in realtà, era stato lo stesso ministro durante il vertice con i deputati del Pd.
Il lavoro sulla manovra del 2018 è comunque già iniziato. Nel menù delle coperture allo studio ci sono gli interventi sugli sconti fiscali, la rottamazione del contenzioso fiscale sulla falsa riga di quella delle cartelle Equitalia e, dopo anni di discussione, anche una versione italiana della web tax. Un progetto al quale sta lavorando uno dei consiglieri di Padoan, Mauro Maré. L'idea sarebbe quella di determinare la base imponibile dei giganti del web come Google, Facebook o Amazon, in base al traffico generato in Italia. Ieri anche il direttore dell'Agenzia delle Entrate, Rossella Orlandi, ha detto che sulla questione va trovata una soluzione. Una voce che si aggiunge a quella del procuratore di Milano Francesco Greco che aveva lanciato un'idea simile a quella di Maré ribattezzata «bit tax».

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