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Data: 08/04/2017
Testata giornalistica: Il Messaggero
Dg Atac, selezionato Rota scontro M5S in giunta: «Milanese e politicizzato»

«Per noi è no». Firmato Andrea Mazzillo, assessore al Bilancio, Paolo Ferrara, capogruppo del M5S, e Marcello De Vito, presidente del consiglio comunale. Non solo: oltre a questi pezzi importanti di maggioranza e giunta i contrari alla nomina di Bruno Rota a direttore generale dell'Atac si contano anche tra i consiglieri semplici di maggioranza. Oltre metà pattuglia grillina è pronta a mettersi di traverso all'arrivo del manager, a cui molti riconoscono di aver risanato Atm e l'autostrada Serravalle. I giochi però sembrano fatti. Rota ha vinto la selezione per l'incarico di diggì. Adesso dovrà trovare un accordo economico con l'amministrazione. Un altro pezzo di Nord pronto a sbarcare in Campidoglio, sempre sull'asse Milano (Casaleggio)-Genova (Grillo). In particolare l'operazione Rota sarebbe stata gestita dal tandem Colomban (assessore)-Fantasia (amministratore di Atac). Ovviamente con l'input di Milano. L'ex manager dei trasporti milanesi è considerato molto vicino al consigliere regionale M5S lombardo Stefano Buffagni, volto pragrammatico del movimento al Nord, in area Casaleggio. Sembra sfumare così l'arrivo di Carlo Tosti, ex ad di Atac con la giunta Alemanno, caldeggiato da chi adesso osteggia Rota. La partita è aperta? Più no che sì. Di sicuro lunedì ci sarà una riunione di maggioranza «per approfondire il tema: Rota è uomo troppo legato alla politica», accusano i grillini più ortodossi, soprattutto quelli di fede lombardiana. Ma c'è stato anche un altro scontro ieri, questa volta durante la giunta per i contratti degli articoli 90, molti dei quali mandati indietro dal segretariato. Tensione tra assessori e alla fine la sindaca Raggi ha abbondonato la seduta prima di tutti.
IL BANDO
Il Campidoglio, intanto, dà l'avvio a una serie di alcune decine di nomine, divise tra 15 aziende partecipate del Campidoglio: da Ama e Atac alle fondazioni Mondo Digitale, Bioparco e Roma Solidale. Il mezzo utilizzato è quello della call: con l'avviso pubblico si chiede di presentare candidature che poi saranno valutale. Ma senza impegno: questa procedura, si legge nel bando, «non dà luogo a procedure selettive e non comporta formazione di graduatorie di alcun genere». Insomma ci si può proporre, ma le scelte saranno affidate a criteri non definiti, e potranno ricadere anche all'esterno delle liste di candidati ufficiali. In palio, peraltro, c'è una serie di poltrone molto appetibili.
LE SCELTE
Tredici i consigli di amministrazione da formare: tra questi le grandi municipalizzate dei trasporti e dell'ambiente, ma anche Aequa Roma, Risorse per Roma, Roma Metropolitane, Agenzia della mobilità, Zètema, Centrale del Latte, Car, Investimenti. Tra queste, va sottolineato, ci sono anche aziende che dovrebbero essere cedute o dismesse, secondo quanto previsto dal piano di rientro dal deficit del Campidoglio, approvato tre anni fa con il decreto Salva Roma. Da scegliere anche i componenti di nove collegi sindacali, tra cui quello di Atac, due collegi dei revisori e altrettanti comitati di vigilanza.

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