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Pescara, 24/11/2024
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10/04/2017
Il Centro
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Manovra, aumento tasse per giochi e sigarette. A Padoan servono 3,2 miliardi per coprire il deficit: «Privatizzazioni, una priorità». Previsti anche interventi sulla crescita e il primo miliardo per il terremoto |
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ROMA Settimana decisiva per il governo alle prese con la stesura del documento economico (Def) e il lancio della manovra da 3,4 miliardi di euro necessaria per correggere il deficit dello 0,2%, come chiesto dalla Commissione Ue per evitare una procedura per deficit eccessivo. Il ministro dell’Economia Pier Carlo Padoan, che ha spiegato ai colleghi europei la struttura dell’intervento, è tornato dall’Ecofin della Valletta con il sostanziale ok di Bruxelles ed entro domani dovrebbe scoprire le carte. Il nodo delle coperture dovrebbero essere stato sciolto. Circa 2 miliardi potrebbero arrivare dall’estensione dello split payment Iva alle società pubbliche (che ha già incassato il primo via libera da Bruxelles) e dagli interventi antievasione (tra cui una nuova stretta sulle compensazioni e una spinta ai pignoramenti per chi è in debito con il Fisco); altri 700-800 milioni dai tagli di spesa (parzialmente lineari) ai ministeri e altrettanti dalla stretta sui giochi. Su questo versante, in particolare, dovrebbe aumentare (dal 6 al 10%) la ritenuta sulle vincite superiori a 500 euro, mentre l’aliquota sulle vincite del Lotto, oggi fissata al 6%, dovrebbe salire di due punti. Le altre risorse dovrebbero arrivare dalla rottamazione delle liti fiscali e dalla mediazione per i contenziosi fino a 50mila e dal previsto aumento delle accise sulle sigarette (scongiurato probabilmente quello sul carburante). Nel menù della manovrina previsti anche interventi a costo zero per la crescita, oltre alla prima tranche da un miliardo del fondo triennale per il terremoto. Quanto al Def, c’è molta attesa per le stime macroeconomiche. Il Pil 2017 dovrebbe attestarsi all’1% (e non più allo 0,8 delle previsioni precedenti) e per il 2018 all’1,3%. Quanto al deficit-Pil, si punta a ottenere nuova flessibilità dall’Europa e a portare il target strutturale del 2018 (oggi fissato all’1,2%) verso quota 1,8%-2%. Molti gli interventi ormai decisi, anche se restano importanti nodi da sciogliere, a partire dalle privatizzazioni e dalla riforma del catasto: passaggi sui quali frena il Pd. Sul primo tema il ministro dell’Economia Pier Carlo Padoan sembra comunque deciso a tirare dritto («ritengo che le privatizzazioni debbano continuare perchè sono una priorità, e questa indicazione verrà riportata nel Def», ha spiegato il numero uno di Via XX Settembre) e potrebbe aggirare lo scoglio politico con il coinvolgimento diretto della Cassa Depositi e Prestiti. Il Tesoro vorrebbe mettere sul mercato pezzi di Poste e Ferrovie, mentre resterebbe esclusa dalla partita Eni. Nel Def troveranno spazio anche indicazioni per il taglio del cuneo fiscale e incentivi per far decollare i contratti di secondo livello. Per il taglio della contribuzione Palazzo Chigi vuol mettere sul piatto 1,5 miliardi e tra le varie opzioni, quella che sta prendendo quota nelle ultime ore è la decontribuzione solo per le assunzioni stabili delle persone con meno di 35 anni che entrano nel mercato del lavoro. Il meccanismo dovrebbe essere quello della “dote personale”: il giovane avrebbe diritto ad uno sgravio triennale (se viene assunto prima dei 32 anni, altrimenti l’incentivo dura meno e comunque fino al compimento del trentacinquesimo anno) quando firma il primo contratto a tempo indeterminato. Nel pacchetto di misure ci saranno anche nuovi meccanismi per rilanciare la contrattazione di secondo livello, con nuovi sgravi per i premi dei lavoratori ma associati anche ad incentivi per le imprese che decidono di adottare il contratto decentrato. Nel piano nazionale delle riforme ci sarà anche una parte dedicata alla lotta alla povertà con un’evoluzione del reddito di inclusione anche in favore di chi resta disoccupato.
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