Servizi più scadenti, dal trasporto pubblico all’assistenza a minori e famiglie in difficoltà, con un ampliamento del divario Nord-Sud. È l’effetto della crisi e del taglio dei trasferimenti pubblici agli enti locali, costretti in questi anni, secondo la Corte dei conti, a limitare le spese e di conseguenza l’offerta ai cittadini. Nel rapporto sul coordinamento della finanza pubblica, i magistrati contabili notano come in coincidenza con la crisi economica «l’erogazione ai servizi alle famiglie ha risentito delle difficoltà finanziarie degli enti locali che, da un lato, hanno cercato di limitare la spesa e dall’altro, hanno tentato di accrescere le entrate diverse dai trasferimenti, tra le quali un peso non secondario è legato ai proventi incassati come corrispettivo per i servizi offerti». Analizzando l’evoluzione di alcuni servizi fondamentali in mano agli enti locali (acqua, trasporti, rifiuti, servizi sociali), la Corte parla di «contrazione dell’offerta» e di ampliamento dei divari territoriali. Nel trasporto locale, ad esempio, tra il 2008 e il 2014 si è assistito ad una diminuzione media del servizio superiore al 7% (in termini di posti/1000km), risultato di una sostanziale stabilità nelle regioni settentrionali e di una contrazione del 15% nel Meridione. Nello stesso periodo, il servizio idrico vede una perdita di efficienza - su tutto il territorio nazionale - in termini di erogazione dell’acqua e un limitato progresso nella regolarità della fornitura che, ancora una volta, penalizza alcune regioni del Sud