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Data: 12/04/2017
Testata giornalistica: Il Centro
La manovrina di primavera - Gentiloni: «Conti in ordine senza mettere nuove tasse». Dal Consiglio dei ministri sì a manovra richiesta dall’Ue e Documento economico. Rivista al rialzo la crescita del Pil: 1,1%. Pubblico impiego: previsti 2,8 miliardi. La scheda. Via al turnover negli enti. Terremoto, zone franche

ROMA Via libera alla manovra e al rialzo delle stime sul Pil. Il Consiglio dei ministri ha approvato il Documento di economia e finanza (Def), insieme al Programma nazionale delle riforme e alla manovrina da 3,4 miliardi per correggere i conti, in accordo con la richiesta Ue. Contestualmente, il governo ha rivisto leggermente al rialzo la crescita dell’anno in corso. La nuova stima del Pil è pari a 1,1% contro l’1,0% stimato finora. «C’è un messaggio di forte rassicurazione: abbiamo i conti in ordine senza aumentare le tasse ma accompagnando il risanamento con misure di sviluppo e promozione della crescita, quindi il lavoro fatto in questi anni dal governo continua e continua con il binomio riforme-crescita» dice il presidente del Consiglio, Paolo Gentiloni, che non rinuncia ad una buona dose di ottimismo: «Il Def registra l’andamento di una crescita che si sviluppa dallo 0,9% del 2016 all’1,1% del 2017. Questa progressione ci dice la necessità di seguire la strada intrapresa. Le nostre sono previsioni prudenti, in particolare per il 2018» ha aggiunto Gentiloni. E ancora: «C’è una curva di riduzione del deficit dal 3% del 2014 al 2,1% che presumibilmente ci sarà quest’anno». Oltre al Def, il governo ha approvato un decreto con 4 capitoli: la correzione dei conti dello 0,2%, le misure a favore degli enti locali, misure per il terremoto (1 miliardo e via libera alle zone “franche” urbane nei comuni colpiti) ed altre misure per la crescita. «Contestualmente abbiamo condiviso un piano di investimenti al 2032 di 47,5 miliardi» ha detto Gentiloni, sottolineando che l’insieme di queste misure «è la migliore risposta a chi volesse presentare questa operazione come depressiva. È una operazione che prosegue il percorso di risanamento e di rilancio». Il Tesoro getta poi acqua sul fuoco per il 2018 e il 2019 con una revisione a ribasso per la crescita del Pil. «Nel 2018 la crescita scenderà dall’1,3% all’1% e nel 2019 dall’1,2% all’1%. Ci sarà un’impennata verso l’alto della crescita nel 2020» ha detto il ministro dell’Economia, Pier Carlo Padoan, per il quale nel 2018-19 il Pil crescerà dell’1% a causa di «una politica fiscale particolarmente stringente». Quanto ai tagli di spesa, Padoan fa sapere che le misure saranno rese note «nei prossimi giorni». Nel dettaglio, il Def prevede altri 2,8 miliardi da stanziare per il pubblico impiego, settore statale e non statale, per arrivare ad un aumento contrattuale medio di 85 euro con i rinnovi 2016-2018. I sindacati ricordano che sono 8 anni che i lavoratori sono senza contratto e scendono in trincea. «Senza risorse, siamo pronti allo sciopero generale» avverte la Cgil. I conti pubblici sono sotto controllo? «Il rapporto debito-Pil si stabilizza attorno al valore dell’anno scorso. Questo è un risultato estremamente importante in un Paese in cui il debito è andato crescendo. È un risultato ottenuto anche in assenza di inflazione» spiega Padoan.

La scheda. Via al turnover negli enti. Terremoto, zone franche

ROMA Privatizzazioni “originali” per far scendere il debito, lotta all’evasione, tagli di spesa, zone franche per le aree del sisma, sblocco del turnover per i Comuni. Ecco in breve il menu di Def e manovra. Pil in rialzo ma solo quest’anno. La crescita italiana si sta irrobustendo ma, per ora, il governo si mantiene cauto. Per quest’anno il Pil crescerà dunque appena più di quanto previsto finora, dell’1,1% rispetto all’1%. Nel 2018 e nel 2019 si tornerà invece all’1,0%, meno cioè di quanto stimato in autunno, contando però, secondo il ministro dell’Economia, di poter rivedere i numeri al rialzo in corso d’opera. Stime così conservative, ha spiegato Padoan, dipendono da una politica di bilancio «stringente». Deficit corretto, per 2018 si tratta con Ue. La manovrina ha portato l’attesa correzione del deficit strutturale dello 0,2% del Pil, facendo scendere anche il deficit nominale dal 2,3% «attorno al 2,1%», ha spiegato Paolo Gentiloni. Per il 2018 il governo conferma il rapporto deficit/Pil all’1,2% lasciando però la porta aperta a possibili revisioni al rialzo grazie alla trattativa in corso con l’Unione europea. Debito si stabilizza, avanti privatizzazioni “originali”. Quest’anno il debito si stabilizzerà sui livelli del 2016 (132,5% del Pil dal 132,6%). La strategia di privatizzazioni andrà avanti, confermando i target previsti e proseguirà, secondo Padoan, anche con soluzioni «originali». Per la manovra lotta a evasione e tagli di spesa. I cardini della correzione sono l’estensione dello split payment, accompagnato da misure di efficientamento della riscossione, e i tagli di spesa. Secondo lo stesso titolare del Tesoro, i dettagli di spending non sono però ancora ben definiti. Un miliardo per il sisma, arrivano zone franche. Il governo ha creato un fondo da un miliardo l’anno per tre anni a favore delle aree colpite dal sisma. Nelle zone terremotate vengono create zone franche urbane: zero tasse e contributi per due anni per le attività d’impresa. Finanza per la crescita. Arrivano nuove misure ordinamentali e a costo zero per completare il pacchetto di finanza per la crescita. Si tratta di interventi di semplificazione, di agevolazione amministrativa, di incentivo alla localizzazione in Italia delle imprese, di indirizzo del risparmio verso gli investimenti produttivi. Sblocco turnover per i Comuni. La parte della manovra destinata agli enti locali permette di riassumere personale comunale con un rapporto entrate-uscite che arriva al 75%. Viabilità e scuole. 100 milioni: a tanto ammonta lo stanziamento destinato alla viabilità e all’edilizia scolastica nelle scuole e nelle città metropolitane. Focus su investimenti. Oltre a Def e manovra, il governo ha anche condiviso il prossimo piano di investimenti al 2032 di 47,5 miliardi, oggetto di un prossimo decreto del presidente del Consiglio. Una prima tranche da oltre 25 miliardi è già pronta con i contratti di programma di Rete ferroviaria italiana (9 miliardi), Anas (5 miliardi) e i grandi valichi, dal Brennero al Terzo Valico.

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