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Data: 12/04/2017
Testata giornalistica: Il Messaggero
Stallo su Alitalia, governo in allarme

ROMA Salvataggio Alitalia sempre più difficile e governo in allarme, pronto ad entrare in campo pesantemente. A meno di 48 ore dalla dead-line imposta dalle banche per erogare nuovi finanziamenti, l'accordo tra azienda e sindacati appare lontano. «La situazione - ha confermato ieri il presidente esecutivo in pectore Luigi Gubitosi - resta molto complicata». La trattativa, al di là delle schermaglie procedurali, resta ferma al palo, bloccata, con le parti impegnate a mantenere le rispettive posizioni. Tant'è che ieri, in tarda serata, Gubitosi è stato chiamato al Mise per un incontro urgente con i ministri Graziano Delrio e Carlo Calenda. Senza un'intesa lo spettro del commissariamento riprende corpo. Anche perché la tensione tra Tesoro e banche azioniste non si è affatto allentata. Intesa e Unicredit, come noto, prima di aprire il portafoglio vogliono avere la garanzia della Cdp. Garanzia che dovrebbe arrivare dopo il varo del Def, ma che al momento non c'è ancora. Unicredit e Intesa Sanpaolo sono infatti pronte a convertire in azioni i vecchi crediti vantati verso la compagnia per circa 1 miliardo. Non solo. Sono anche disponibili a convertire, sempre in azioni, i crediti recenti per circa 150 milioni oltre a partecipare al «cuscinetto» di 400 milioni (200 milioni di competenza di Etihad) per dare sicurezza finanziaria qualora il piano industriale dovesse tardare a dare frutti. Oltre a ciò sono pronte a fornire nuova finanza. Chiedono però che su questi nuovi finanziamenti ci sia la garanzia dello Stato, ovvero della Cassa Depositi e prestiti scritta nero su bianco.

IL DUELLO La quarta giornata di incontri no stop ieri non ha fatto che replicare lo schema dei giorni scorsi. I lavori si sono svolti su due tavoli, uno dedicato al personale di terra e uno al personale navigante, che hanno affrontato il tema del contratto: le richieste dell'azienda su flessibilità e produttività (taglio delle ferie, dei permessi, del tempo tuta) sono però state bocciate dai sindacati, che hanno messo a punto delle proposte alternative. Per il personale di terra si fa strada l'ipotesi di due anni di Cigs per i 1.300 esuberi tra il personale di terra. Si sta lavorando ad una soluzione analoga anche per il personale navigante: qui la Cassa integrazione dovrebbe interessare circa 75 piloti e 200 assistenti di volo. Non è invece ancora chiaro come verrà utilizzata la Naspi. Di certo il Fondo di solidarietà del settore invece potrà essere usato solo per integrare il reddito fino al 70%, ma non come ammortizzatore sociale nei due anni aggiuntivi. Tra le proposte sul tavolo ci sarebbe inoltre, ma il condizionale è d'obbligo, la disponibilità ad estendere di un anno la solidarietà dei 400 naviganti che scade ad agosto. Mentre le esternalizzazioni, dopo la battaglia di Uilt, Fit Cisl e Cgil si potrebbero ridurre di circa 300 unità. Ma anche qui le distanze sono ancora ampie. Tant'è che il governo, se la situazione non si bloccherà, potrebbe decidere di intervenire pesantemente.

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