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Pescara, 24/11/2024
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13/04/2017
Il Messaggero
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Lotta all'evasione tariffaria - Atac, 1.400 impiegati diventano controllori Dalle scrivanie ai bus. La svolta arriva grazie ad un accordo firmato dall'azienda con le rappresentanze sindacali di Filt Cgil, Fit Cisl, Uil Trasporti, Faisa Cisal, Fast mobilità, Sul Ct e Ugl autoferrotranvieri. L'impegno richiesto sarà di quattro giorni al mese per 11 mesi |
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L'obiettivo della nuova campagna dell'Atac è doppio. In primis, dare una robusta spallata all'evasione tariffaria, stimata nel 25 per cento di utenti dei bus senza biglietto, con un danno tra i 70 e gli 80 milioni di euro annui per l'azienda di via Prenestina: l'idea è quella di dimezzare il fenomeno in breve tempo, dopo che già nel 2016 le multe sono aumentate del 26 per cento, toccando quota 126 mila, con 2,1 milioni di passeggeri controllati. Ma l'intenzione è anche di lanciare una vera e propria operazione culturale, che stimoli il senso civico (spesso scarso) dei cittadini che utilizzano i mezzi pubblici e l'idea di appartenenza dei dipendenti della municipalizzata che, per un giorno a settimana, saranno spostati dalle scrivanie dei loro uffici, per ricoprire il ruolo di controllori sui bus (dove si registra la percentuale più alta di viaggiatori non i regola) e sulle metropolitane. L'INTESA La svolta arriva grazie ad un accordo firmato dall'azienda con le rappresentanze sindacali di Filt Cgil, Fit Cisl, Uil Trasporti, Faisa Cisal, Fast mobilità, Sul Ct e Ugl autoferrotranvieri: 1.400 dipendenti della municipalizzata, tra quadri e amministrativi, potranno essere impegnati un giorno a settimana «sul campo», ossia a bordo dei mezzi pubblici, nella delicata attività di lotta all'evasione. «Una volta che l'operazione sarà a regime, è come se sulle strade della Capitale lavorasse una squadra di 240 controllori in più - scrive su Facebook l'assessore capitolino alla mobilità Linda Meleo - che si andrà ovviamente ad aggiungere alla task force già attiva», con 300 persone in campo. LE CONDIZIONI L'impegno richiesto sarà di quattro giorni al mese per 11 mesi. L'accordo infatti durerà fino a giugno 2018, quando terminerà i suoi effetti e dovrà essere ridiscusso. Al personale impegnato nelle attività di contrasto all'evasione tariffaria saranno assegnati alcuni premi legati alla produttività, ma non è previsto lavoro straordinario. «L'azienda ne trarrà beneficio, visto che la lotta all'evasione è uno dei pilastri del nostro piano industriale - commenta l'amministratore unico Manuel Fantasia - Soprattutto, arriva un segnale ai cittadini: pagare il biglietto non è un optional, è un dovere civico». L'accordo dimostra «una volta di più che solo con la partecipazione attiva e positiva dei lavoratori, grazie anche ad un percorso di relazioni sindacali continue, si può perseguire contemporaneamente sia il bene comune per la cittadinanza che un'organizzazione efficiente dell'azienda partecipata e della pubblica amministrazione», sottolinea Paolo Terrinoni, segretario generale della Cisl di Roma e Rieti. L'AGITAZIONE Nonostante la firma dei confederali e di altre sigle sindacali, l'accordo non va giù ad alcune organizzazioni di categoria. Tanto che c'è già chi parla di un possibile «sciopero contro l'intesa», come Claudio De Francesco, segretario della Faisa Confail. «La soluzione è alzare i tornelli della metro fino a 3 metri, con biglietto in entrata e in uscita, e mettere tornelli anche davanti ai bus - dice il sindacalista - Poi qualcuno dovrebbe dirci che fine ha fatto l'inchiesta sulla biglietteria parallela e soprattutto stanare i 196 dipendenti con la qualifica di controllori, che restano imboscati negli uffici».
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