L’AQUILA «Pronti a lavorare insieme, senza condizionamenti. Avanti fino alla vittoria, un po’ più liberi da lacci e lacciuoli». È tutto in questa frase, e nel selfie scattato a margine del primo incontro istituzionale, il senso del patto di alleanza stretto tra il consigliere regionale Pierpaolo Pietrucci e il candidato sindaco del centrosinistra, Americo Di Benedetto. Dopo la battaglia per le primarie, si apre una nuova era, «senza cappelli, né padroni, guardando solo al bene della città». E anche se non esplicitato, secondo gli osservatori dentro e fuori il partito, il messaggio è chiaro: inclusione sì, ma senza l’occhio vigile della triade Cialente-Lolli-Pezzopane. Spazio ai giovani e ai tanti professionisti dell’Aquila. ADESSO INSIEME. Per qualche giorno, all’interno del centrosinistra, si è temuta la rottura tra i due candidati Pd alle primarie, nonostante l’abbraccio di lunedì sera, a urne chiuse e risultati acclarati. Sorrisi e strette di mano velati dalle polemiche sul risultato del voto, per alcuni «inquinato da ingerenze del centrodestra e di alcune categorie produttive». Poi, l’ultimatum di Pietrucci: appoggerò Chicco Di Benedetto a patto che non vi siano condizionamenti da parte di chi ha traghettato voti. E così sarà. La nuova generazione del centrosinistra aquilano è pronta a raccogliere il testimone, sganciandosi in parte dal passato: «Sosterrò Americo», afferma Pietrucci, «lavoreremo insieme, con la massima sinergia, occorrono grande unità e autonomia nelle scelte. Adesso siamo io e Di Benedetto: dobbiamo interfacciarci con la coalizione e costruire un programma che guardi alle frazioni, ai comuni del cratere, in un percorso inclusivo di città aperta al territorio». ORA IL RINNOVAMENTO. «L’Aquila ha bisogno di una sterzata, dell’apertura di una fase nuova che lanci una prospettiva di governo decennale. Con Chicco ci vediamo tutti i giorni e continueremo a farlo», dice Pietrucci, che ha sciolto definitivamente le riserve sul pieno appoggio al candidato del centrosinistra, «la condizione posta era la possibilità di operare lontano da ingerenze o figure ingombranti di padroni che governano dall’alto. Senza il cappello di altri: è quello che ci chiede la città. Ci sono tanti giovani che vanno valorizzati e tante professionalità a cui dare spazio e voce». MAI AVVERSARI. «Durante la campagna elettorale per le primarie abbiamo sviluppato un percorso complementare», evidenzia Di Benedetto, «che adesso va tenuto unito con il giusto spirito di coesione. Non siamo mai stati avversari. La nostra forza deve essere al servizio della città: nessun sentimento di divisione, solo la volontà di crescere insieme, pur su posizioni frutto di sensibilità differenti, ma in grado di rappresentare tutte le istanze degli aquilani». MASSIMA INCLUSIONE. La parola d’ordine, per tenere ben salda la coalizione, sarà inclusione: spazio e attenzione a tutte le anime della sinistra, «con il giusto equilibrio e con grande rispetto», dice Di Benedetto. «Si apre una nuova fase», sottolinea il candidato sindaco, «saremo inclusivi e partecipi, ma senza vincoli dall’esterno. Intendiamo dare spazio al mondo che sta oltre la politica, ai professionisti, alle forze produttive della città. Con loro lavoreremo ad un progetto di crescita». INCOGNITA VOTI. Accantonate le polemiche della prima ora, resta un punto interrogativo: fare in modo che nessuno dei voti espressi nelle primarie a favore dei tre candidati vada perso. O possa confluire altrove, visto il variegato panorama delle candidature. Sarà questa la vera sfida del centrosinistra in vista delle elezioni dell’11 giugno.