Il bando delle Ferrovie dello Stato per la ricerca di macchinisti esperti, cioè già formati e in possesso delle abilitazioni, fa scoppiare la guerra dei macchinisti che si sta “combattendo” ormai da tempo a bordo dei treni merci e nei depositi ferroviari, ma anche tra le stanze dei sindacati e dei dirigenti delle imprese. Una guerra tra Fs e Fercargo, l'associazione delle imprese private del settore merci, che vede i sindacati parteggiare per le Ferrovie ed è arrivata fino alle porte del Ministero delle Infrastrutture dei Trasporti e soprattutto all'attenzione dell'Antitrust. L'Autorità garante della concorrenza e del mercato dovrà capire se Fs non abbia una posizione dominante sul mercato tale da svilire le altre società private.
Tutto è iniziato a fine 2016 con un bando pubblico lanciato da Ferrovie dello Stato per la ricerca di macchinisti esperti prima per il trasporto regionale e poi per Mercitalia, la nuova società nata dalle ceneri di Trenitalia Cargo che vuole rilanciarsi nel trasporto merci. Circa 70 posti disponibili: alle selezioni, così, hanno partecipato anche i macchinisti delle imprese private aderenti a Fercargo, l'associazione delle aziende del settore merci che hanno inviato il proprio curriculum a Ferrovie.
Una circostanza però che ha scatenato la bufera con Fercargo che ha accusato Ferrovie dello Stato di comportamento scorretto di voler “rubare i macchinisti delle aziende private danneggiandole”. “Invece di praticare la formazione a sue spese l'ex monopolista Fs ci ruba i macchinisti che noi formiamo – ha attaccato il presidente di Fercargo Giancarlo Laguzzi – ed essendo in una fase di investimenti e crescita questo ci danneggia”. Le imprese che aderiscono a Fercargo, infatti, rappresentano il 45% del mercato del trasporto delle merci con 2000 addetti diretti contro i 400 del 2008. “Lo scorso anno siamo cresciuti del 20 per cento – dice Laguzzi – abbiamo investito e comprati nuovi carri e locomotori che ora però restano inutilizzati perché ci portano via i macchinisti”. Ferrovie dello Stato però respinge tutte le accuse al mittente: “Per il prossimo anno è in previsione l'acquisizione di 70 macchinisti formati per tutto il gruppo Fs e di formarne invece 700. Siamo in un mercato liberalizzato, e tutti si comportano come prevede il mercato”.
Lo stesso concetto che esprimono anche i sindacati che, nel duro scontro che va avanti da mesi e ora ha ritrovato forza, hanno preso le difese delle Ferrovie. “Il libero mercato non può esserci solo per le imprese ma anche per i lavoratori – dice Salvatore Pellecchia, segretario nazionale Fit Cisl – che possono decidere di andare dove ci sono le condizioni migliori”. I macchinisti di Mercitalia, infatti, hanno il contratto nazionale del lavoro che prevede più garanzie rispetto ai contratti firmati dai lavoratori delle imprese aderenti a Fercargo: “Questa selezione ha avuto un risalto non banale perché le condizioni di lavoro andranno a migliorare – spiega Michele Formisano, segretario aggiunto del sindacato Orsa. Accuse respinte questa volta da Fercargo: “Questi contratti sono stati
sottoscritti dagli stessi sindacati – spiega Laguzzi – non sono fuorilegge. Il contratto collettivo delle attività ferroviarie è invece un contratto aziendale, tipico di un contesto di mercato a regime di monopolio, quindi anacronistico oltreché inadeguato”.