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Data: 19/04/2017
Testata giornalistica: Il Centro
Brucchi è a un passo dalle dimissioni. I dissidenti: «Deve darle, così nei venti giorni prima della ratifica può azzerare la giunta e recuperare la maggioranza»

TERAMO Dimissioni del sindaco, eventualmente ritirabili entro i successivi venti giorni, azzeramento degli assessorati e ridefinizione di programma e giunta. I consiglieri dissidenti Alfredo Caccioni, Vincenzo Falasca e Domenico Sbraccia restano attestati su questa linea. L'appello al senso di responsabilità da parte di tutti lanciato da Maurizio Brucchi, secondo cui servono risultati altrimenti si va tutti a casa, non ha smosso più di tanto le acque in vista del consiglio comunale di domani e dell’incerto futuro dell'amministrazione. La maggioranza può contare su quindici voti sicuri quando ne servirebbero almeno diciassette per poter sostenere l'azione di sindaco e giunta. I due fuoriusciti da "Futuro in" Falasca e Caccioni, a cui si aggiunge Sbraccia che non ancora lasciato il gruppo "Insieme per Te" riferito direttamente al sindaco, e nel quale era approdato a giugno quando fu nominato assessore Roberto Canzio, non ci pensano proprio a fare da puntello alla coalizione nei confronti della quale sono estremamente critici. Per loro il riallargamento della giunta a nove, con le nomine di Dodo Di Sabatino Martina (Teramo soprattutto) e Katia Provvisiero e Silvio Antonini, entrambi della lista civica che fa capo a Gatti passata da sette a cinque consiglieri, è stata un'operazione sbagliata e soprattutto concordata dai "capibastone" senza coinvolgere minimamente chi rappresenta gli elettori in aula. Lo dice chiaramente Caccioni. «Sono stati loro a decidere», sottolinea, «non hanno condiviso nulla con i consiglieri, ma non va sempre come pensano: se la situazione non quadra, andremo tutti a casa». Per farla quadrare, insomma, è necessario l'ennesima verifica. «Il sindaco si dimetterà, prenderà i venti giorni previsti dalla legge per elaborare qualcosa di diverso», auspica Caccioni, «si rivedranno le cose e andremo avanti». Il consigliere non esclude neppure un possibile rientro nei ranghi di "Futuro in" qualora si attivasse questo meccanismo e portasse a risultati che lui e gli altri due dissidenti ritenessero soddisfacenti. La realtà, però, al momento è un'altra. Falaasca, Caccioni e Sbraccia domani saranno in consiglio, voteranno un paio di punti all'ordine del giorno e poi andranno via. Non faranno mancare il loro voto favorevole all'accordo di programma per la trasformazione dell'ex rettorato di via Crucioli in Casa dello studente. Nonostante la seduta sia in seconda convocazione e dunque non è richiesta la maggioranza assoluta dei presenti, per la validità di questo provvedimento sono necessari almeno 17 voti e dunque la presenza dei tre dissidenti risulterà determinante. Lo stesso discorso vale per la cosiddetta "rottamazione" delle cartelle esattoriali. La delibera, che rientra tra le misure a favore dei debitori del Comune che hanno subito danni a causa del sisma, necessita almeno 17 presenti in aula per essere approvata. Sbraccia, Caccioni e Falasca, dunque, non dovrebbero far mancare il loro apporto anche su questo argomento, ma per il resto la maggioranza sempre più risicata dovrà vedersela da sola. Anche l'opposizione, che tra ieri sera e oggi terrà vari incontri per concordare la strategia, dovrebbe attestarsi su queste posizioni. Dubbi interpretativi permangono sui numeri necessari per approvare altri provvedimenti all'ordine del giorno. Secondo la minoranza, infatti, anche gli sconti sulla tassa di occupazione del suolo pubblico e il riaffidamento del servizio di tesoreria richiederebbero almeno 17 presenti in aula. L'amministrazione, invece, ritiene che possano essere approvati anche con il minimo di 11 presenze richiesto per le sedute in seconda convocazione. Anche di questo probabilmente si discuterà domani in aula. Di sicuro né l'opposizione, né gli ex della maggioranza di "Al centro per Teramo" e Fdi-An, né tanto meno i tre nuovi dissidenti hanno intenzione di restare in aula per l'esame della relazione della Corte dei conti sulla gestione finanziaria del Comune. La seduta di domani, insomma, permetterà all'amministrazione d'incassare almeno i risultati minimi, ma senza maggioranza sindaco e giunta non andranno tanto più lontano.

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