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Data: 20/04/2017
Testata giornalistica: Il Centro
Con il 5g nasce l’auto del futuro. L'Aquila, una città smart

L’AQUILA La Fca (Fiat Chrysler Automobiles) investirà all’Aquila nella sperimentazione del 5G. E si andrà ad aggiungere a quella della Zte. Almeno se l’accordo con il colosso cinese delle comunicazioni andrà in porto. Lo ha annunciato ieri mattina il rappresentante della Fca, Enrico Pisino, nel corso del convegno “5G@Aq – l’avvio della sperimentazione della tecnologia 5G nella città dell’Aquila”, che si è svolto nell’aula magna di Scienze umane dell’Università aquilana. L’AQUILA AL VOLANTE. L’automotive è uno dei campi di applicazione della nuova tecnologia 5G. «Cambierà, oltre alla telefonia, il mondo dei trasporti, di persone e merci per cominciare. Le auto avranno la nuova tecnologia e saranno tutte smart nei centri cittadini», ha precisato Pisino, «permetterà di guardare oltre una curva coperta, un incrocio, di rilevare situazioni di pericolo, di scegliere la strada meno trafficata. L’obiettivo è ridurre a zero gli incidenti stradali. Per il pilota automatico bisognerà aspettare il 2025-2030», ha concluso Pisino, «e queste sperimentazioni le faremo all’Aquila». «Il 5G non è un’evoluzione del 4G, ma una nuova piattaforma tecnologica», ha sostenuto Antonello Giacomelli, sottosegretario allo Sviluppo economico con delega alle Comunicazioni. «Le prospettive sul 5G sono straordinarie, è importante sottolineare che l'Italia è il primo Paese europeo a partire con la sperimentazione in cinque città (le altre sono Milano, Prato, Bari e Matera) e che L'Aquila ha la possibilità di scommettere ancora di più sul proprio futuro e, soprattutto, sull'essere un punto di riferimento per tutto il Paese». GIOVANI IN REGIA. I relatori del convegno, a partire dalla rettrice dell’Università dell’Aquila, Paola Inverardi, fino a Pisino e lo stesso Giacomelli, oltre a Stefano Palumbo, assessore comunale con delega alla Smart city, sono rimasti colpiti dalla grande presenza di studenti: trequarti dell’aula magna, infatti, era occupata da giovani, molto interessati all’aspetto tecnico (chiaramente illustrato da Fabio Graziosi, docente alla facoltà di Ingegneria, che ha parlato di “Ricostruzione in chiave innovativa dell’Aquila e di un ecosistema favorevole alla tecnologia 5G”; da Sebastiano Di Filippo, di Qualcomm; e da Enrico Pisino). Il resto da addetti ai lavori e imprenditori, come Ettore Barattelli e Corrado Chiodi, e Americo Di Benedetto, nella doppia veste di candidato sindaco e di presidente della Gran Sasso Acqua, che sta recitando e reciterà nella sperimentazione futura, un ruolo importante per la connettività della città, visto che la Gsa ha la cabina di regia dei tunnel intelligenti dove passerà il cablaggio della città. SMART CITY. La rettrice Inverardi ha illustrato la nascita del progetto per trasformare L’Aquila in una Smart city. «Il lavoro nasce subito dopo il terremoto del 2009. A luglio ci siamo visti a casa del vice presidente della Regione, Giovanni Lolli – anche lui presente al convegno, insieme al sindaco, Massimo Cialente, entrambi “attori” protagonisti del progetto – e abbiamo gettato le basi per i risultati che stiamo illustrando oggi». «Diciamola chiaramente: L’Aquila aveva molti problemi anche prima del terremoto. Il sisma ha fatto il resto», ha aggiunto Lolli. «Quando ci siamo visti con la Inverardi e Cialente, ci siamo posti un problema: ricostruire la città non bastava. Bisognava fare qualcosa di più. E l’Università ha deciso di schierarsi con l’innovazione. Per questo oggi siamo tra le cinque città italiane sedi della sperimentazione del 5G. E le prime d’Europa». SOLI ALLA META. «Prossimamente», ha sostenuto Lolli, «presenteremo alcuni grandi progetti nazionali, dalla Thales Alenia, che collocherà all’Aquila le attività di ricerca per satelliti, alla Nuova Officina per attività connesse alla ricerca della materia oscura dell’Infn, insieme alla Gran Sasso Institute. E poi l’eventuale sbarco dei cinesi della Zte, se tutto andrà per il meglio. L’Aquila diventerà una città unica in Italia, la prima smart interamente cablata. Una sorta di Silicon Valley italiana». «Puntiamo a diventare tra le prime 50-60 cittè europee», ha aggiunto Cialente, «e questo nasce dalle scelte fatte il 3 luglio del 2009 nella riunione con l’Ocse, insieme a Silvio Berlusconi, Giulio Tremonti e Gianni Letta, dove si è deciso quali vocazioni avesse L’Aquila e su cosa puntare. Ma devo dire che c’era molta solitudine dopo il sisma e questo progetto l’abbiamo portato avanti col grande lavoro e il totale impegno dell’Università». DERISI E CONTENTI. E a proposito di Università, la rettrice Inverardi ha tenuto a precisare che «all’inizio ci deridevano, ci prendevano per matti. Credevano fossero le solite chiacchiere politiche, i soliti proclami. Ma abbiamo lavorato molto e la nostra città è diventata tra le più avanzate per la connettività. E il governo ora ci ha creduto». SENZA RETE. L’assist al governo è stato raccolto dall’onorevole Giacomelli: «La grande novità di questa tecnologia 5G è anche politica. Le reti saranno dello Stato. Finora gli operatori prendevano il 70 per cento di contributi, a fondo perduto, e le reti restavano di loro proprietà. Questa forma di privatizzazione è stata sbagliata. Ora siamo noi i protagonisti del nostro destino».

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