PESCARA Certo, la parola non è delle più popolari. E basta nominarla per accendere la polemica. Ne sa qualcosa il consigliere regionale del Pd, Pierpaolo Pietrucci, che ieri, sulle colonne del Centro, ha lanciato una proposta - «una priorità», l’ha definita, «della seconda parte della legislatura» - per dare una sforbiciata tanto agli stipendi dei consiglieri in carica quanto ai vitalizi di quelli ormai in pensione. Apriti cielo. Tanto è bastato ad accendere la miccia. Che ha scatenato l’ira del Movimento 5 Stelle. «Ci risiamo! Come ogni vigilia di tornata elettorale che si rispetti, il Pd avverte la necessità di dire qualcosa di sinistra», tuona Sara Marcozzi. «Peccato che gli esponenti piddini si limitino sempre agli annunci e non concludano mai in fatti», accusa l’esponente del M5S. Che aggiunge: «Ci tocca anche leggere che pare fossero d’accordo con quanto detto da noi. Peccato che, contrariamente a loro, noi non ci siamo limitati alle parole». Rabbia a 5 Stelle. Ma cosa ha detto Pietrucci per provocare la dura reazione dell’ex candidata alla presidenza della giunta regionale? «Per dare l’esempio», il consigliere del Pd ha proposto di intervenire, in maniera decisa non solo «sugli stipendi dei consiglieri regionali che sono francamente troppo alti». Ma anche «sui vitalizi». Perché, ha ammesso Pietrucci, si tratta di «privilegi sempre più insopportabili», che finiscono per essere «l’ovvio veicolo di rabbia e malcontento» tra i cittadini. Una proposta che la Marcozzi rispedisce al mittente. «Perché quando si arriva ai fatti, quando la proposta deve trasformarsi in voto favorevole, con la mano in tasca si tirano indietro smascherando l’ipocrisia bieca che li contraddistingue - accusa -. Tutti: destra, sinistra e misticanze. Tutti, tranne il M5S, stanno inscenando il consueto gioco delle parti. E i fatti suffragano le nostre affermazioni». Fatti che la consigliera del Movimento di Grillo elenca in maniera dettagliata. Ricordando, nella «cronistoria dell’ipocrisia», tutte le proposte avanzate dai 5 Stelle, nel corso della consiliatura, in tema di taglio ai costi della politica. Traguardi mancati. «Appena insediati in consiglio depositiamo la proposta di legge sul taglio delle indennità e dei rimborsi forfettari dei consiglieri regionali e sull’abbassamento percentuale dei vitalizi - spiega la Marcozzi -. Dopo le nostre continue richieste di calendarizzazione, a quasi un anno dal deposito, finalmente arriva in aula». Ma la proposta, che «avrebbe fatto risparmiare agli abruzzesi in 5 anni 23 milioni di euro» non taglia il traguardo. «La maggioranza e il centrodestra non hanno il coraggio di votarla e la rispediscono in commissione con il pretesto di approfondire l’argomento - ricorda -. Ci interroghiamo ancora su cosa ci fosse da approfondire». E non va meglio alla proposta di legge, sempre a prima firma della Marcozzi, sull’abolizione del doppio vitalizio. «Anche in questo caso, seppur passata in commissione all’unanimità, quando arriva il momento di votarla in consiglio, tutti si sono tirati indietro e così il doppio-triplo vitalizio è rimasto dove sta», prosegue la Marcozzi. Intanto, dall’insediamento ad oggi, i 5 consiglieri M5S hanno «rinunciato a oltre 450mila euro» di stipendi, ricorda. Pd al contrattacco. Accuse che il portavoce della maggioranza, Camillo D’Alessandro (Pd), non ha preso per niente bene. «La Marcozzi deve capire che in Abruzzo non può dare lezioni a nessuno», taglia corto. Anche perché, «prima che i 5 Stelle esistessero», aggiunge, «nella passata legislatura, non sotto le elezioni, varammo il più grande taglio ai costi della politica ed alcune di quelle norme portano il mio nome, ovvero il nome del Pd». Riferimento al progetto di legge «che ha abrogato per sempre» il vitalizio. Al quale, ricorda D’Alessandro, «io ho rinunciato» come altri consiglieri regionali. «Altro che le chiacchiere della Marcozzi», replica stizzito. Quanto ai doppi vitalizi, percepiti dagli ex consiglieri che sono stati anche parlamentari (vedi pezzo in basso), assicura l’esponente del Pd, «con una nostra legge faremo ciò che prima non ha fatto nessuno». Ergo: «Saremo noi a risolvere il problema». Con una proposta della maggioranza, «aperta al contributo di tutti», che sarà messa in campo nei prossimi giorni, promette D’Alessandro. Due le ipotesi: una trattenuta, come fatto alla Camera, proporzionata all’entità del vitalizio; o applicazione del contributivo ridefinendo l’assegno sul versato. «In questo caso avremmo un taglio medio dal 40 al 50%», conclude D’Alessandro.