Crisi di maggioranza, il Consiglio comunale, che si è riunito ieri in seconda convocazione è stato la prova del nove: il sindaco Maurizio Brucchi non ha più i numeri per andare avanti. Solo 15 i consiglieri che sono rimasti in sella, dopo le ultime tre defezioni: quella degli ex gattiani Alfredo Caccioni e Vincenzo Falasca e del consigliere di Insieme per Te Mimmo Sbraccia. La riprova è stata il fatto che la maggioranza è stata costretta a revocare un provvedimento che avrebbe richiesto la maggioranza qualificata: la riduzione del 50% della Cosap, la tassa di occupazione del suolo pubblico, per le manifestazioni che promuovono le tradizioni e i prodotti locali. Quasi tutti d'accordo, invece, sulla ratifica dell'accordo tra Comune e Adsu per la realizzazione della Residenza studentesca nell'ex Rettorato: 29 consiglieri hanno detto sì, gli unici voti contrari sono arrivati da Paola Cardelli (Gruppo Misto) e Maria Cristina Marroni (Teramo 3.0), mentre Fabio Berardini (Cinque stelle) si è astenuto.
CARTELLE ESATTORIALI E' passato anche il provvedimento sulla rottamazione delle cartelle esattoriali. Dopo aver votato i due punti, tutta la minoranza e i sei consiglieri di maggioranza dissidenti (i nuovi e i vecchi fuoriusciti, quindi anche Guido Campana, Angelo Puglia e Raimondo Micheli) hanno abbandonato l'aula. All'inizio della seduta, maggioranza e opposizione hanno dato vita ad un confronto muscolare, a cui hanno preso parte anche il Presidente del Consiglio Comunale, Milton Di Sabatino, e la Segretaria Comunale, Patrizia Scaramazza, che hanno risposto con toni molto accesi. Motivo scatenante, il mancato accoglimento della proposta della minoranza di poter discutere la surroga dei tre consiglieri entrati al posto dei nuovi assessori: di fronte al diniego la minoranza è uscita dall'aula denunciando un clima dittatoriale . Alla fine la surroga è stata votata solo dalla maggioranza rimasta con 15 voti. «E' il secondo atto di sfiducia nei confronti del sindaco nel giro di 10 giorni da parte della sua stessa maggioranza- ha tuonato il capogruppo del Pd Gianguido D'Alberto -. Brucchi deve dimettersi, altrimenti saremo noi a presentare ufficialmente la mozione di sfiducia». Il sindaco ha parlato poco e ha evitato di fare interviste dopo il Consiglio, ma durante la discussione ha lanciato un messaggio chiaro. «Mi rivolgo a coloro che sono in quest'aula ma anche a chi è fuori e vive la realtà di altre istituzioni ha detto Brucchi la mia dignità non ha prezzo, la vostra non lo so». Il riferimento sembra chiaro: il sindaco parla del consigliere regionale Sandro Mariani che in questi giorni avrebbe attuato diversi tentativi, con telefonate e incontri, di accaparrarsi consiglieri di maggioranza. Adesso tutti aspettano le mosse di Brucchi, e, a sorpresa, a tendergli la mano sono proprio i critici della prima ora. «Brucchi ora può fare il. Sindaco afferma Guido Campana (Al Centro per Teramo) nel senso che può azzerare la Giunta e rifare una sua squadra senza sentire nessuno. La sfiducia è stata verso i capobastone, non contro il sindaco». E Raimondo Micheli (Fratelli d'Italia-An) si associa. «Non vogliamo che la città paghi lo scotto del commissariamento, noi siamo andati via tre anni fa, abbiamo un atteggiamento critico ma costruttivo. Brucchi dovrebbe riflettere e trovare una nuova sintesi, se ci saranno le condizioni siamo pronti al dialogo».