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Data: 22/04/2017
Testata giornalistica: Il Centro
Verso le amministrative - «Di Benedetto si dimetta dalla Gran Sasso». Il centrodestra e “L’Aquila chiama” chiedono un passo indietro dalla presidenza dell’ente partecipato. Righetti (M5S) si presenta: «Con noi la discontinuità».Il candidato a sindaco del movimento di Beppe Grillo: «In campo per vincere»

L’AQUILA «Americo Di Benedetto deve dimettersi da presidente della Gran Sasso Acqua, incarico che riveste da 11 anni, nell’ultimo periodo in regime di prorogatio». La richiesta porta la doppia firma, della coalizione di centrodestra e del movimento civico “L’Aquila chiama”. Alla base, l’incompatibilità, se non formale, almeno morale dell’incarico di Di Benedetto, candidato sindaco per il centrosinistra. La Gran Sasso Acqua gestisce, come stazione appaltante, la più grande opera pubblica del post-terremoto: la rete dei sottoservizi in centro storico, un’opera da 80 milioni di euro. «Le battaglie vanno combattute ad armi pari: Di Benedetto si dimetta o, quantomeno, si autosospenda fino al termine delle elezioni», fanno sapere dalla coalizione di centrodestra. «Se, infatti, le norme non richiedono le dimissioni dal ruolo di presidente dell’azienda pubblica che gestisce il ciclo integrato delle acque, è del tutto evidente che Di Benedetto, proprio in virtù dell’incarico che riveste, parte con una posizione di vantaggio rispetto agli avversari. Nel partito che per anni ha invocato la risoluzione del conflitto d’interessi, senza mai risolverlo, neanche quando era al governo nazionale, le dimissioni da numero uno della Gran Sasso Acqua», prosegue il centrodestra, «sarebbero per Di Benedetto forse l’unico, vero, segnale di discontinuità rispetto a Cialente, che si dimise da parlamentare solo dopo essere stato eletto sindaco. Potrebbe, invece, emulare la senatrice Pezzopane che, nel 2004, quando si candidò alle Provinciali, abbandonò lo scranno di vicepresidente del consiglio regionale». Anche “L’Aquila Chiama” parla di «incarico politicamente e moralmente incompatibile. La discontinuità in politica si misura dalle azioni e dalla pratica, non da vuote parole dette in una trasmissione televisiva o durante un comizio elettorale. Discontinuità con il passato, per esempio, significa prevenire ogni possibile conflitto di interessi. Ci aspettavamo che Di Benedetto si dimettesse da presidente della Gran Sasso Acqua, consorzio pubblico di proprietà per il 46% del Comune», dicono dall’Aquila Chiama, «è, infatti, lampante ed evidente l’inopportunità di essere contemporaneamente candidato sindaco e presidente della stazione appaltante responsabile dell’appalto pubblico più imponente della ricostruzione post-sisma. Chiediamo agli aquilani e alle aquilane di diffidare di chi si riempie la bocca dei concetti di discontinuità e rinnovamento», affermano i rappresentanti del movimento, «solo l’essere costretti a chiedere pubblicamente le dimissioni di Di Benedetto la dice lunga sul modo di fare politica dei nuovi personaggi del centrosinistra cittadino. Tra noi e loro c’è un solco profondo: quello dell’interesse della comunità».


Il candidato a sindaco del movimento di Beppe Grillo: «In campo per vincere»
La senatrice Blundo: «Non vogliamo poltrone, siamo a disposizione della città»
Righetti (M5S) si presenta: «Con noi la discontinuità»
L’AQUILA Riorganizzazione della macchina comunale, analisi dei bilanci e taglio delle spese inutili, come i fitti passivi che l’amministrazione corrisponde ai privati, nonostante disponga da anni dei finanziamenti per la realizzazione della nuova sede. Fabrizio Righetti ha 48 anni, è ingegnere civile e lavora all’Arta, dove si occupa di varie tematiche, dai rifiuti alle emissioni in atmosfera. Dopo l’imprimatur ricevuto dalla Casaleggio associati, ieri si è presentato alla città come candidato sindaco del Movimento 5 Stelle. Righetti, docente in convenzione alla facoltà di Medicina, dove insegna ingegneria sanitaria ambientale, attivo nel mondo del volontariato, è andato subito al sodo. «Parteciperemo alle elezioni per vincerle», ha detto, «perché L’Aquila ha bisogno di una svolta dal sistema partitocratico che l’ha soffocata. La forza che ci danno i cittadini ci ha fatto capire che c’è una grande volontà di cambiamento e il Movimento 5 Stelle rappresenta l’unico elemento di discontinuità rispetto al passato. Il candidato sindaco non è altro che uno di voi». Con Righetti, ieri, al Palazzetto dei Nobili, la senatrice Enza Blundo, il capogruppo regionale del M5S Sara Marcozzi e i consiglieri Domenico Pettinari, Riccardo Mercante e Gianluca Ranieri. In sala anche Fausto Corti e Antonio Perrotti. Per la presentazione del programma ci vorrà ancora qualche giorno, perché sulla piattaforma i cittadini possono ancora fare delle segnalazioni. Quelle più ricorrenti raccolte finora, spiega Righetti, riguardano la sicurezza delle scuole, la ricostruzione del tessuto sociale, mobilità e trasporti più efficienti, la ricostruzione dei centri storici e delle frazioni. «La città si sta spopolando», ha detto, «perché non riusciamo a trasmettere quella sensazione di sicurezza e tranquillità che i cittadini vorrebbero. Per quanto riguarda le scuole, in particolare, va subito chiarito quale sia l’indice di vulnerabilità degli edifici, e va redatto un cronoprogramma per la loro messa in sicurezza». La senatrice Blundo ha aggiunto che «il candidato e la lista M5S saranno a disposizione della città e dei cittadini. Non siamo qui per ambire a poltrone o tornaconti personali». Tutti gli attivisti e gli eletti in Regione e al parlamento, ha sottolineato Mercante, «sosterranno il candidato sindaco». Secondo Ranieri, c’è bisogno di un cambio di marcia, perché «i risultati ottenuti in questi anni sono stati davvero scoraggianti». «Si possono compiere atti di buon governo stando all’opposizione», ha detto invece Marcozzi, «ma soltanto amministrando M5S può cambiare davvero le cose». Anche all’Aquila, ha osservato Pettinari, «è arrivato il momento di dire basta».

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