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Pescara, 24/07/2024
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Data: 23/04/2017
Testata giornalistica: Il Centro
Via Moro, esposto al pm contro la pista ciclabile. I residenti contro l’opera comunale: «È inutile, nessuno va a Sambuceto in bici. Toglie 150 posteggi, attraversarla è un pericolo e l’ambulanza non può fermarsi»

PESCARA I residenti di via Aldo Moro alzano il tiro e dopo le proteste contro la realizzazione della nuova pista ciclabile sulla strada, con tanto di contestazione del sindaco “faccia a faccia”, presentano un esposto alla procura, al prefetto, al questore, a carabinieri, polizia e vigili del fuoco, Corte dei Conti, sindaco, presidente del Consiglio comunale e ai revisori dei conti del Comune di Pescara. Sotto accusa non solo la cancellazione di circa 150 posti auto, ma anche e soprattutto le difficoltà dei pedoni, disabili e anziani che abitano nella zona. «L’Amministrazione ha realizzato, senza condividere o preavvertire i cittadini interessati o esporre un cartello di progettazione, riducendo metà una delle corsie (direzione Sambuceto) per il collegamento di via Moro con Sambuceto», scrivono i residenti. «Un lavoro di 1 milione e 300mila euro inutile, che porta solo disagi agli oltre 3.000 abitanti insediati in soli 500 metri stradali, con l’eliminazione di circa 150 posti auto e creando uno stato di pericolo, perché nei 600 metri della pista, da via Volta a via Moro, la ciclabile è attraversata da ben 13 passaggi: 5 di accesso ai parcheggi condominiali, 4 incroci per l’accesso alle piazze fra i palazzi, 4 passaggi pedonali». La pista è definita inutile in quanto «non c’è alcun interesse degli abitanti di via Moro a raggiungere Sambuceto», e «gravemente pericolosa perché chi la volesse percorrere è esposto a innumerevoli ostacoli e pericoli». Il ciclista che volesse affrontare il percorso dovrebbe «camminare invece di pedalare», aggiungono, «visto che per accedere alle 5 aree di parcheggio si costringono le auto in entrambi i sensi a occupare la pista, non potendo fermarsi nella corsia ridottissima, fino a che i cancelli automatici non si aprano o la carreggiata non si liberi. Tant’è che ai 4 incroci con le piazze interne è stato imposto alla pista lo stop per far defluire il traffico». Contestata poi l’eliminazione di una delle due fermate del bus, mentre la seconda rimasta blocca il traffico. «La pista inoltre è delimitata da un massetto di cm 50 di larghezza e 20 di altezza», fanno osservare i residenti, «un ostacolo per il traffico e per i pedoni (molti anziani) che, unitamente al marciapiede sparticorsia, hanno difficoltà a superarlo in particolare per raggiungere quotidianamente l’altra corsia dove sono state spostate le isole ecologiche. Un pedone per raggiungere dette isole deve infatti attraversare, quasi sempre di sera, la pista ciclabile, la corsia ridottissima, lo spartitraffico e la seconda corsia». Altro problema evidenziato è che con il restringimento della corsia i veicoli di soccorso sono costretti a bloccare la circolazione per avvicinarsi agli stabili. «Abbiamo visto autoambulanze parcheggiare sull’altra corsia e i sanitari attraversare con la barella lo spartitraffico, la corsia ridotta e la pista ciclabile». I residenti chiedono poi conto del fatto che «la pista passi per una via ad alta intensità abitativa e di traffico quando ci sono due vie parallele su cui non affacciano abitazioni: la parte finale di via Volta e via Po». Oltre a chiedere la rimozione del cordolo e di spostare la pista in altra strada nell’esposto si chiede di verificare «se una simile ciclabile possa considerarsi tale, se sia in regola con le norme sulla circolazione e di sicurezza» e se «siamo in presenza di un ennesimo sperpero di denaro per opere inutili e dannose a carico dei Fondi Europei».

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