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Pescara, 24/11/2024
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Data: 24/04/2017
Testata giornalistica: Il Centro
Un patto su cinque cose da fare per salvare la giunta Brucchi. Si lavora per individuare priorità di fine consiliatura che vengano condivise da tutto il centrodestra. Solo poi si parlerà dell’esecutivo. Da escludere soluzioni estreme con assessori tutti esterni

TERAMO Premesso che può succedere di tutto, e che non è scontato (come molti ritengono) che Maurizio Brucchi ritirerà le proprie dimissioni, il percorso del centrodestra teramano alla ricerca di una via d’uscita dalla crisi appare obbligato. Prima ancora di parlare di giunta, di quanti e quali assessori dovranno farne parte, le forze politiche della maggioranza che fu dovranno necessariamente condividere i contenuti dell’eventuale, futuro percorso amministrativo. Ovvero: intorno a un tavolo si dovranno fissare pochi temi principali e prioritari (nell’ambiente si dice da più parti che saranno cinque) da portare avanti. Tra questi temi non potranno mancare la ricostruzione pubblica e privata, la pianificazione dei nuovi poli scolastici e il bilancio. E a quel tavolo, una volta individuati i temi, si dovrà firmare un patto di fine consiliatura che consenta all’amministrazione di lavorare. Fino alla scadenza naturale (2019)? Questo oggi è impossibile dirlo, ma almeno fino a settembre sì. Settembre è il mese nel quale il sindaco Brucchi, se Forza Italia gli offrirà la possibilità di essere eletto in Parlamento, dovrebbe dimettersi per potersi candidare a Camera o Senato. Al momento una possibilità, tutt’altro che una certezza. Passato il ponte festivo del 25 aprile, da mercoledì Brucchi e le forze dell’ormai defunto “modello Teramo” cominceranno a lavorare sull’accordo programmatico. Che però sarà solo il primo dei due momenti fondamentali di questo periodo post-dimissioni (la scadenza per ritirarle o confermarle è l’11 maggio). Il secondo sarà la ricomposizione della giunta, e se sulla condivisione di certe cose da fare appare difficile, in un momento così drammatico per la città, che qualcuno si metta di traverso (lo stesso Vincenzo Falasca, uno dei tre consiglieri che hanno fatto venir meno la maggioranza, ha insistito sul fatto che si debba parlare di temi e contenuti), il discorso delle poltrone potrebbe essere più difficile da far quadrare. Brucchi ha già dichiarato al Centro che non accetterà condizioni o imposizioni da nessuno. A lui, dunque, toccherà l’arduo compito di elaborare una proposta di esecutivo che accontenti tutti. Appare impossibile la soluzione estrema di cui si vocifera, e cioè una giunta composta tutta da non eletti. Può essere invece che uno o più tecnici esterni possano essere nominati, il che soddisferebbe il leader di Fdi-An, Giandonato Morra, che è apparso – tra gli ex della maggioranza – il più disponibile a trattare per salvare l’amministrazione dopo le dimissioni di Brucchi.

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