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Data: 24/04/2017
Testata giornalistica: Il Messaggero
Odissea Roma Tpl: è paralisi linee bus ferme o cancellate

Nove linee fortemente rallentate, una la 767 la circolare che collega l'Eur al Tintoretto con capolinea piazzale dell'Agricoltura addirittura soppressa. É il bilancio dell'ennesima giornata nera per il trasporto su gomma targato Roma Tpl e per i suoi viaggiatori. Ritardi sulle linee 041, 135, 505, 546, 548, 665, 710, 778 e 998, come cita puntuale il bollettino #infoatac. Sabato erano state quindici le tratte con pesanti disagi, venerdì era andata persino peggio con 27 linee semi-paralizzate e tre cancellate (078, 701L e 912). Ieri, di domenica, le attese alle fermate hanno segnato tempi da record. «Ho aspettato il 314 per Tor Sapienza inutilmente, alla fine sono andato a piedi», spiega Davide, impiegato di 44 anni.

LO STILLICIDIO Continua lo stillicidio nella consorziata che ha in carico il 20% delle tratte bus della Capitale e che da due anni paga gli stipendi a singhiozzo ai suoi quasi duemila dipendenti. Non pervenute le buste paga di marzo, solo alcuni fortunati si sono dovuti accontentare di un acconto. Briciole che hanno fatto inferocire ancora di più gli autisti. Così la sorta di sciopero bianco dei lavoratori Tpl continua: ogni giorno manca all'appello circa il 30% del personale, con un aumento verticale delle assenze per malattia. Circa 300 i conducenti sui 750 totali che ogni giorno, al loro posto, spediscono certificati medici: stress, esaurimenti nervosi, emicranie insistenti. Enormi le ripercussioni sugli utenti, vittime finali di un sistema ormai malato, in tutti i sensi, da tempo. I lavoratori hanno manifestato pochi giorni fa: «Siamo stati anche mesi senza soldi, protestati per mutui e prestiti non pagati, le nostre famiglie sono al collasso, non possiamo vivere così». Mentre altri lavoratori, i pendolari che ogni giorno debbono usare i bus cosiddetti periferici rischiano di restare a piedi.

GLI ACCORDI Nel 2010, il Campidoglio stipula con il consorzio Roma Tpl un contratto di servizio che prevede l'affidamento della gestione di circa 20 milioni di chilometri annui della rete pubblica su gomma. Sono 80 le linee cedute, inizialmente nel paniere erano ricomprese anche 27 notturne, poi assorbite dalla municipalizzata dei trasporti. Ad Atac resta la gestione della pubblicità e delle informazioni relative alle tratte e la bigliettazione unica. Il contratto scadrà nel 2018, ma da circa due anni alla crisi cronica del trasporto romano segnato dai conti in rosso della partecipata-madre comunale, si aggiunge anche la grana della Tpl che ritarda nei pagamenti degli stipendi.
Oggi a complicare le cose ci si mette la mancata presentazione al Comune del Durc il Documento unico della regolarità contributiva senza il quale la Ragioneria capitolina, per legge, non può erogare i fondi destinati al contratto di servizio. «In pratica - spiega Renzo Coppini, segretario del Sul Ct - la Roma Tpl non versa nemmeno i contributi, come quelli destinati al Fondo previdenziale, alle assicurazioni, alle quote sindacali, alle finanziarie. Gli autisti sono allo stremo delle forze, c'è chi non ha i soldi per mettere la benzina per raggiungere le sedi di lavoro. Al Campidoglio chiediamo una soluzione definitiva, con l'intervento del prefetto».

REBUS PENALI In assessorato ai Trasporti la linea è tracciata. Primo passo il subentro del Campidoglio nel pagamento del Durc, quindi l'avvio dell'iter per il commissariamento. Ma è qui che serve l'eventuale intervento del prefetto Paola Basilone, «che dovrebbe commissariare la Roma Tpl in modo che il Comune possa utilizzare autobus che non sono suoi», spiegano i sindacati. Nel frattempo, occorre mettere mano al nuovo bando di gara per il 2018, questa volta inserendo nel capitolato d'appalto delle penali pesanti e ben definite per chi crea danni al servizio pubblico.

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