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Pescara, 24/07/2024
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Data: 25/04/2017
Testata giornalistica: Il Centro
Mare-Monti, D’Alfonso prescritto. Ma lui ricorre per essere assolto. Undici proscioglimenti per la strada fantasma a Penne

PESCARA Prescrizione dopo oltre 7 anni di indagini e udienze. Ieri, è finito così il processo sulla Mare-Monti per il presidente Pd della Regione Luciano D’Alfonso, accusato di truffa e falso. Sul caso della strada fantasma mai realizzata a Penne, il governatore è stato prosciolto insieme agli altri 10 imputati, a partire dagli imprenditori Carlo, Alfonso e Paolo Toto. Un’opera da 22 milioni di euro cominciata nel 2008 per collegare l’entroterra vestino alla costa e bloccata appena 4 mesi dopo per l’invasione delle ruspe nell’area protetta della riserva naturale del lago di Penne. D’Alfonso era stato l’unico tra gli imputati a non chiedere la prescrizione: voleva l’assoluzione nel merito. Ma l’ordinanza del tribunale ha dichiarato i reati estinti per tutti. E proprio il governatore, finora, è l’unico ad aver dato mandato al suo avvocato, Giuliano Milia, di fare ricorso in appello contro l’ordinanza del giudice Francesco Marino che ha rilevato la prescrizione. Soldi ancora sequestrati. Presunti reati cancellati dal tempo, insomma, ma restano gli altrettanto presunti illeciti amministrativi. E non è poco perché ci sono ancora 4 milioni di euro sequestrati: alla Toto Costruzioni spa di Chieti sono stati sequestrati 2 milioni di euro; all’ingegnere romano Carlo Strassil (all’epoca arrestato) un milione; 170 mila euro alla società Archingroup riconducibile allo stesso Strassil; 200 mila alla società R&L del figlio. Si tornerà in aula il 30 maggio con la deposizione di Michele Brunozzi, carabiniere forestale che ha lavorato all’indagine, e del consulente della procura, l’ingegnere Pierluigi De Amicis che ha passato al setaccio la lunga storia dell’appalto. Le accuse spazzate via. Un appalto che, per il pm Gennaro Varone, sarebbe stato vinto dai Toto con un’offerta «anomala e anti-economica», ma la somma sarebbe stata poi ritoccata al rialzo con perizie di variante sulle quali l’impresa, dice il capo di imputazione ormai svanito, «poteva contare sin dall’inizio a causa dell’illecito accordo concluso tramite D’Alfonso» considerato «tutore» dei Toto. Il fax «determinante». L’iter della Mare-Monti partì nel 1996 all’epoca di D’Alfonso presidente della Provincia ma i lavori sono partiti solo 12 anni dopo. Secondo l’inchiesta, però, D’Alfonso avrebbe continuato a interessarsi dell’appalto anche dopo l’elezione a sindaco di Pescara (non più competente in materia) tanto da dare, sostiene l’accusa, un «contributo determinante» per l’affidamento dell’appalto ai Toto. Un fax sequestrato nel 2007 nell’ufficio romano dell’allora responsabile del procedimento Michele Minenna recita: «Caro Luciano, ti informo che l’annoso problema di Penne è risolto. Il consiglio di amministrazione dell’Anas ha approvato il progetto aggiornato. La consegna dei lavori avverrà a breve. Ti ringrazio per il contributo determinante alla soluzione della vicenda». E in un rapporto, la forestale annota: «Strassil, nel 2006, ha più volte incontrato l’allora sindaco di Pescara, D’Alfonso, per motivi al momento non definibili ma quasi sicuramente riferibili ai lavori della Mare Monti». E poi, «questa polizia giudiziaria ritiene che tutti gli interventi posti in essere da D’Alfonso in questa controversa vicenda siano stati fatti con il solo scopo di agevolare la Toto». In volo. Nelle migliaia di pagine degli atti d’indagine, si parla anche dei voli pagati da Toto per D’Alfonso e i suoi familiari: 11 mila euro di viaggi, da Roma a Chicago, poi confluiti nel processo sulle presunte tangenti al Comune di Pescara conclusosi con l’assoluzione di D’Alfonso in primo e secondo grado. Per l’accusa, i voli sarebbero stati pagati da Toto. La compagnia aerea Lufthansa, contattata dagli investigatori, ha rivelato che «il pagamento è stato effettuato in contanti» e perciò non è stato possibile risalire a chi abbia «effettivamente» pagato e ritirato i biglietti. Tutti i prosciolti. Gli altri imputati prosciolti, accusati a vario titolo di corruzione, truffa aggravata, falso ideologico e concussione, sono il progettista Strassil, il responsabile del procedimento ed ex provveditore alle opere pubbliche della Regione Toscana Fabio De Santis, il commissario straordinario Valeria Olivieri, il membro del cda della Toto Cesare Ramadori, il direttore dei lavori Paolo Lalli, il dirigente dell’Anas Minenna e Angelo Di Ninni, funzionario incaricato dalla Provincia di Pescara di valutare l’incidenza ambientale della variante.

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