L’AQUILA La stagione peggiore degli ultimi 20 anni. In 600 ieri hanno salutato le piste di Campo Imperatore, nel giorno di chiusura della stazione sciistica aquilana, con gli impianti che sono rimasti aperti dalle 8 alle 13 e con un manto nevoso ancora discreto, tra i 40 e i 70 centimetri di altezza, per essere ormai a fine aprile. Ma rispetto alle 100 giornate di apertura dello scorso anno, il primo bilancio dell’amministratore unico del Centro turistico del Gran Sasso Fulvio Vincenzo Giuliani è del tutto negativo: meno della metà. STAGIONE DISASTROSA. A pesare su quella che i maestri di sci definiscono una stagione invernale disastrosa sono state una serie di concause: prima la mancanza di neve, che ha fatto slittare a dopo l’Epifania il taglio del nastro. Poi il maltempo e addirittura il terremoto del 18 gennaio, che ha provocato il distacco di tre slavine, di cui una ha tranciato l’elettrodotto dell’Enel che alimenta il bacino sciistico: si è riusciti a ripartire, ma è sopraggiunto un problema tecnico alla seggiovia delle Fontari. L’impianto è stato fermato e si è intervenuti sui dispositivi di aggancio di alcune vetture. Le piste sono state riaperte il 24 febbario, ma dopo solo una settimana c’è stato il colpo di scena – firmato ministero dei Trasporti – con la sezione di Pescara dell’Ustif che ha disposto la chiusura momentanea della seggiovia, per far eseguire ulteriori verifiche. «Non solo siamo partiti in netto ritardo per le avverse condizioni meteo, tra l’altro comuni anche alle altre stazioni sciistiche», spiega Giuliani, «ma poi abbiamo perso i periodi più favorevoli per i danni ai tralicci, i guasti alle Fontari e soprattutto l’ingiustificato stop imposto dall’Ustif. Rispetto all’anno passato, quando sono stati registrati 100 giorni di attività, siamo oggi a contare 47 aperture e un calo vistoso di presenze, legato anche alla psicosi generale scatenata dai tragici eventi di gennaio, dal sisma, a Rigopiano, fino all’elisoccorso del 118 precipitato a Campo Felice. Insomma, a detta di chi il Gran Sasso lo conosce bene, quella che si chiude è la peggiore stagione invernale degli ultimi 20 anni». SCUOLA SCI. Per la prima volta, anche la scuola di sci Assergi Gran Sasso è stata costretta a chiudere, all’inizio di marzo, dopo la decisione dell’Ustif di fermare gli impianti. Una notizia annunciata con dolore dal direttore Luigi Faccia, che si era scusato con i clienti e la città. Ieri Faccia ha voluto salutare gli appassionati della montagna aquilana, con la stessa amarezza: «Campo Imperatore 25 aprile 2017. Oggi si stacca la spina a una stagione disastrosa, vergognosa, da terzo mondo. Usciamo da questo incubo con le ossa rotte e senza speranza. Un saluto affettuoso a tutti gli amici, sperando di non dover vedere più il nostro Gran Sasso in queste condizioni». Faccia, come portavoce del comitato #SaveGranSasso, sta portando avanti una battaglia per la ridefinizione dei confini del Parco, supportata da undicimila firme, e ha lanciato l’allarme per i lavori di sostituzione della seggiovia delle Fontari: se non iniziano entro maggio, si rischia che anche la prossima stagione venga decapitata. STAGIONE ESTIVA. Il Ctgs si sta già rimboccando le maniche per programmare la stagione estiva, che verrà presentata a breve. Intanto la funivia resterà aperta dal lunedì al venerdì dalle 8.30 alle 17 – una corsa ogni 30 minuti – mentre sabato, domenica e festivi dalle 8 alle 17, sempre una corsa ogni 30’. «Potenzieremo gli sport e le attività estive», conclude Giuliani, «grazie anche alla gestione diretta delle strutture ricettive in quota. Contiamo di far partire il cantiere per le Fontari a giugno. Dobbiamo farcela. Altrimenti la stazione è destinata a chiudere».