Bus fermi all'Aquila. Lo sciopero indetto dai sindacati confederali del personale dell'Azienda per la mobilità aquilana (Ama) del Comune dell'Aquila ha avuto un'adesione pressoché totale: il 95% delle maestranze - principalmente autisti e personale in officina - ha incrociato le braccia per quattro ore. Il servizio dovrebbe essere regolarmente attivo nel pomeriggio.
Dei motivi dello sciopero questo giornale ha raccontato lo scorso 22 aprile [leggi]: servizi scadenti, corse tagliate, mancato rispetto degli accordi aziendali e "latitanza" dell'auspicata fusione di Ama con Tua, la società del trasporto pubblico regionale. Su quest'ultimo aspetto i sindacati hanno incontrato stamane la Regione Abruzzo a Pescara.
L'obiettivo è cercare di accelerare l'ingresso di Ama in Tua, che renderebbe più competitiva sul mercato l'azienda pubblica aquilana anche in vista degli importanti cambiamenti previsti dal 2019, quando la mobilità pubblica sarà affidata dagli enti su gara d'appalto. Così com'è strutturata oggi, infatti, l'Ama non potrebbe competere in bandi per l'affidamento del servizio di trasporto pubblico.
Un ritardo che secondo i sindacati è dovuto alla governance aziendale, nominata dall'amministrazione comunale, che nonostante i ripetuti inviti non si sarebbe neanche seduta ai tavoli convocati per iniziare il percorso di fusione.
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Intanto la vicenda legata al braccio di ferro tra maestranze e dirigenza dell'azienda sta facendo discutere la politica, con i sindacati che nell'annunciare lo sciopero hanno attaccato duramente l'amministrazione comunale e l'amministratore unico di Ama Agostino Del Re, fresco di rinnovo (triennale) dell'incarico da parte del sindaco in scadenza Massimo Cialente.
Il primo cittadino ha poi lungamente risposto all'articolo di news-town.it su Facebook, come sua consuetudine, indicando la Regione Abruzzo come principale responsabile della situazione di decadenza del trasporto pubblico del capoluogo. Un j'accuse in contraddizione con una nota dello stesso Cialente dell'agosto scorso [leggi], con la quale si ringraziavano i consiglieri Camillo D'Alessandro e Pierpaolo Pietrucci "per aver individuato una soluzione attraverso il dispositivo della nuova Legge di riorganizzazione del trasporto pubblico ad una grave ingiustizia perpetrata ai danni del Comune dell'Aquila".
Cialente si riferiva al mancato riconoscimento, in sede di finanziamento della Regione al trasporto locale, dei chilometri di territorio attraversati dai mezzi Ama nel capoluogo di regione, che non hanno tenuto conto della crescita urbanistica degli ultimi anni.
Sulla vicenda è intervenuta anche Carla Cimoroni [leggi], candidata sindaca della coalizione sociale L'Aquila Chiama, proponendo un "Piano per il diritto alla mobilità urbana" e denunciando le carenze dell'amministrazione uscente.