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Pescara, 24/07/2024
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Data: 28/04/2017
Testata giornalistica: Il Messaggero
Ed.nazionale - Rigopiano, tra gli indagati c'è il sindaco

PESCARA Quella strada, lassù a quota 1200 metri sui contrafforti orientali del Gran Sasso, era l'unica via di fuga verso la salvezza e doveva essere agibile. Quell'albergo, trasformatosi in bara di cemento per 29 persone, doveva avere piani di sicurezza adeguati alla posizione e ai rischi meteo evidenziati dalla letteratura e dalla memoria dell'uomo. Quel bollettino Meteomont rimasto ignorato, che da due giorni segnalava rischio di valanga di grado elevato, doveva far scattare l'evacuazione di ospiti e lavoratori. Quella tragedia, la tragedia dell'Hotel Rigopiano ingoiato dalla valanga del 18 gennaio scorso, porta la firma dolosa di almeno sei persone. Lo dice la Procura di Pescara con la prima raffica di inviti a comparire e avvisi di garanzia che ha aggiunto ieri il sindaco di Farindola Ilario Lacchetta, il presidente della Provincia di Pescara Antonio Di Marco, dirigente e funzionario del servizio viabilità Paolo D'Incecco e Mauro Di Blasio, il geometra del Comune Enrico Colangeli, membro della commissione valanghe, e l'amministratore del resort Bruno Di Tommaso. Sono accusati, e questa è la vera novità, anche della mancata, volontaria adozione di misure di prevenzione di infortuni sul lavoro; contestazione che, aggravata dall'avvenuta sciagura, fa salire a oltre dieci anni il rischio di carcere per gli indagati, ma soprattutto affianca al disastro e all'omicidio colposo plurimo, i primi reati ipotizzati dalla Procura, un profilo di responsabilità per dolo che spazza via i molti alibi dei «non sapevo», «non potevo», «non dovevo».
Un gigantesco, tragico pasticcio, secondo gli investigatori. Del quale gli indagati cominceranno a rendere conto a partire da martedì prossimo. Il primo a essere convocato per l'interrogatorio del procuratore aggiunto Cristina Tedeschini e del sostituto Andrea Papalia è il direttore dell'albergo Bruno Di Tommaso, nipote del fondatore Roberto Del Rosso morto sotto la valanga. È l'uomo che fino alle 15,44 del 18 gennaio chiese disperatamente l'intervento della turbina spazzaneve della Provincia, salvo poi tranquillizzare il dirigente del 118 di Pescara nella telefonata della vergogna delle 17,40: «Li ho sentiti un'ora fa, è tutto a posto».

INADEGUATEZZE Inadeguatezze, negligenze, sottovalutazioni. Di tanti frammenti come questi sono scanditi i minuti e le ore successivi alla tragedia. Ma anche, e questo è il primo punto fermo messo dai Pm di Pescara, i giorni precedenti in cui il destino delle 29 vittime avrebbe potuto davvero virare verso la sopravvivenza. Fino a comporre un quadro di responsabilità, non soltanto colpose, per «l'omessa previsione, prevenzione, e gestione dei rischi connessi anche all'attività aziendale», per «l'omessa predisposizione e aggiornamento dei piani di intervento di previsione e organizzazione di rischi connessi a condizioni meteo avverse... specie con riferimento al mantenimento di adeguate condizioni di viabilità per le strade costituenti accesso e corrispondenti vie di fuga».

LE RESPONSABILITÀ Tutti responsabili perché tutti e sei investiti di compiti e ruoli di protezione civile. Ma non gli unici possibili responsabili, perché quello definito con i provvedimenti di ieri è soltanto il primo dei filoni sulla tragedia di Rigopiano. Le indagini proseguono sul versante dell'adeguatezza dei piani neve di Prefettura e Regione e a sostenerle sarà presto il lavoro dei tre consulenti della Procura di Pescara. Ci spera, in nuovi sviluppi, anche il giovane sindaco di Farindola Ilario Lacchetta, che auspica «un rapido iter processuale affinché sia fatta chiarezza e resa giustizia».
Intanto ieri la terra è tornata a tremare tra Marche e Umbria. Qualche minuto dopo le 23.00 una scossa di terremoto di grado 3,5 della scala Richter ha colpito Visso, nel maceratese. Sempre secondo l'Ingv, altre due scosse di grado 4 e 4,1 hanno poi colpito tra le 23:16 e le 23:19. L'ipocentro è stato individuato tra 8 e 9 km di profondità nella stessa area interessata dalle violentissime scosse dello scorso anno (quella del 24 agosto e quelle tra il 26 e il 30 ottobre 2016).

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