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Pescara, 24/11/2024
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Data: 29/04/2017
Testata giornalistica: Prima da Noi
Traffico aeroporto d'Abruzzo in calo: si vola indietro di 4 anni. Scende il numero dei passeggeri, quello dei movimenti: crescono solo i finanziamenti pubblici

ABRUZZO. L’aeroporto di Pescara è al 26° posto tra gli scali nazionali per numero totale di decolli e atterraggi: 5.164 con una flessione del 12,3% rispetto all’anno precedente.

Fa meglio di Pescara, guadagnando il 25° posto, il vicino scalo di Ancona che può vantare 7.492 movimenti (-4,2% rispetto al 2015).

E’ quanto emerge dai dati del traffico 2016 pubblicati nei giorni scorsi da Enac. Per lo scalo regionale nessuna grossa sorpresa: Pescara si attesta sui 554.858 passeggeri (-7,4% rispetto al 2015) perdendo quota rispetto all’anno precedente.

Andando a vedere nel dettaglio sono stati ben 476.934 (ovvero l’86%) quelli che hanno volato su un volo low cost (Ryanair), vero motore dello scalo abruzzese.

Per quanto riguarda i cargo si è registrato un movimento di 16 tonnellate (-51,4% rispetto all’anno precedente) di merce e posta, il 98,4% diretto ed in arrivo fuori dall’Italia.

Per quanto riguarda l’andamento mensile il mese migliore è stato ad ottobre con il transito di 56.509 passeggeri, il peggiore novembre con appena 27.116.

In merito alla distribuzione dei viaggiatori, invece, di sicuro il volo più affollato è il Pescara Bergamo con un totale di 90.241 passeggeri mentre quello di ritorno, il Bergamo- Pescara, ne ha contati 87.198.

Seguono il Pescara- Londra stansted con 84.413 passeggeri , Pescara -Charleroi con 64.495 e Pescara -Hahn 57.105.

15 ANNI DI AEROPORTO

L’aeroporto d’Abruzzo di sicuro negli anni è cresciuto passando dai 150 mila passeggeri di 15 anni fa al mezzo milione di oggi. C’è da dire però che il 2016 è stato particolarmente difficile.

Nel 2015, infatti, si erano quasi sfiorati i 600 mila passeggeri ( per la precisione 599.731 con un +8,62% rispetto all'anno precedente) nel 2016 invece sì è tornati indietro a 550. 858 ovvero - 7,48% rispetto all'anno precedente.

Si è tornati praticamente agli stessi numeri del 2012.

Un balzo indietro di 4 anni che ha vanificato lavoro, risorse e strategie.

Inoltre confrontandolo lo storico degli ultimi 15 anni si nota che mai si era registrato un crollo così netto, probabilmente segnato anche dalle congiunture nazionali ed internazionali ma solo in parte, dato che molti degli aeroporti italiani non hanno segni negativi.

Solo a titolo esemplificativo ci sono Bologna con un + 11,7 di passeggeri rispetto all’anno precedente, Brindisi + 3,12%, Catania +11,3%, Firenze + 5,8%, Lamezia +7,8%, Malpensa + 4,7%, Napoli Capodichino + 10%.

Curiosa inoltra l’incongruenza della carta dei servizi del 2017 che segnala «i dati in crescita» per poi dover ammettere il calo. Al capitolo «in costante crescita», infatti si dice che «in termini di qualità dei servizi erogati e di traffico aereo per l’anno 2016 il traffico si attesta a 572.217 passeggeri rispetto ai 607.004 dell’anno precedente».

Un calo se la matematica non è un’opinione.

Curioso anche il fatto che l’attuale classe dirigente abbia sempre motivato le continue elargizioni della Regione verso le casse di Saga con il rispetto degli obiettivi posti nel business plan che prevede tra qualche anno un pareggio di bilancio ed un equilibrio tra “produzione” e costi (cioè generare entrate che non fossero finanziamenti pubblici peraltro non ben visti dall’Europa).

I dati del 2016 (sempre se l’aritmetica non è un’opinione) segnano un allontanamento dalla meta che tutti desiderano. E questo è un fatto che non pare essere stato nè affrontato nè discusso. E siamo già a maggio...

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