Fermare la stagione dei tagli per garantire i servizi della sanità a tutti, partendo dai più deboli: bambini, anziani, disabili, famiglie a basso reddito che da tempo hanno rinunciato persino alle cure. I sindacati rilanciano una vertenza che non nasce certo oggi, ma la manifestazione unitaria di ieri in piazza Alessandrini, sotto la sede dell'assessorato regionale della Sanità, voleva essere un messaggio anche contro gli sprechi che non consentono di liberare investimenti sulla medicina territoriale. L'altra richiesta venuta da Cgil, Cisl e Uil è quella di abbandonare il superticket sulle ricette. Il segretario generale della Cgil Abruzzo, Sandro Del Fattore, pone poi un altro tema: «La Regione investe poco sul sociale», aprendo così la questione relativa alla mancata integrazione del piano sanitario con quello sociale. Un punto sul quale si è soffermato anche il presidente dell'associazione Carrozzine determinate, Claudio Ferrante: «Questa dei tagli ai servizi socio-sanitari è una vergogna nazionale che ricade sui più deboli. Chi ci governa non si rende neanche conto di cosa significhi la parola disabilità. L'integrazione socio-sanitaria - incalza Ferrante - è stata fatta solo sulla carta. E dire che solo un anno fa eravamo stati rassicurati dalla politica nazionale, quando ci veniva ricordato che il diritto alla salute è una delle garanzie sancite dalla nostra Costituzione». Un pensionato sale sul palco per raccontare la sua odissea in un pronto soccorso: abbandonato per ore in attesa dell'intervento di un medico.
POVERTA', DATI CHOC
A pesare, secondo le rivendicazioni dei sindacati, sono soprattutto i tagli al Fondo sanitario nazionale ma anche quelli destinati alle politiche sociali e alla non autosufficienza. Si sottolinea che l'Abruzzo vive un livello di impoverimento molto elevato, a cui contribuiscono anche le spese sanitarie. Sarebbero infatti oltre 15mila, secondo i dati forniti dalle organizzazioni di categoria, le famiglie scese al di sotto della soglia di povertà, mentre aumenta il numero di coloro che rinunciano alle cure. Sempre in Abruzzo, i sindacati segnalano i tagli per oltre 50 milioni di euro sulle politiche sociali, una scure che ha colpito il Fondo per la non autosufficienza, i contributi per i libri di testo, l'edilizia scolastica, il trasporto, la cura dei disabili. C'è poi un'altra contraddizione rimarcata durante la manifestazione di ieri: «Si taglia sulla sanità pubblica, si bloccano le assunzioni del personale Asl, ma non gli sprechi». Adesso si attendono risposte in tempi certi da parte degli interlocutori istituzionali: «Altrimenti la mobilitazione non si fermerà».