Cda e assemblea dei soci confermano la mancata ricapitalizzazione e l'amministrazione straordinaria. Per il segretario Camusso "serve un piano industriale serio, in cui non si inseguono le low cost, ma ci si propone come vettore a medio e lungo raggio"
La giornata dei commissari è arrivata. Si tengono oggi (martedì 2 maggio) a Roma Cda e assemblea dei soci di Alitalia, che confermeranno la mancata ricapitalizzazione per complessivi due miliardi di euro, conseguenza del no dei lavoratori al referendum al pre-accordo del 14 aprile scorso. I vertici della compagnia formalizzeranno così la richiesta per l'amministrazione straordinaria speciale, toccherà poi al ministero dello Sviluppo economico indicare da uno a tre commissari che dovranno traghettare l'azienda in questi mesi (che saranno sei, prorogabili fino a nove).
“La vertenza Alitalia non può considerarsi chiusa, sia perché avrebbe un effetto sull'economia italiana sia perché abbiamo ancora bisogno di un vettore”. Così il segretario generale Cgil Susanna Camusso ha commentato ieri (lunedì 1° maggio) da Portella della Ginestra (Palermo) la situazione della compagnia aerea. “Dalla crisi – ha aggiunto – si esce con un piano industriale che abbia un’effettiva credibilità di rilancio, in cui non si inseguono le low cost, ma ci si propone come vettore per le rotte a medio e lungo raggio”.
Per il segretario generale Cgil è tempo “di fare un vero piano industriale per Alitalia, invece di stare a cercare ‘capitani coraggiosi’ che guidino l’azienda”. Susanna Camusso ha poi sottolineato che “la Cassa depositi e prestiti è intervenuta in varie occasioni: se si fanno delle scelte, si possono anche determinare le regole utili per realizzarle”. Per il leader sindacale, dunque, “Il lavoro e il paese non possono pagare gli errori aziendali che hanno portato Alitalia per due volte sull'orlo del fallimento”.
Nei mesi di governo dei commissari Alitalia avrà a disposizione un “prestito ponte” dello Stato di circa 400 milioni: il prestito non verrà considerato come aiuto di Stato, ma richiede comunque l'approvazione da parte della Commissione europea, che arriverà al più presto. Riguardo il futuro della compagnia, infine, ogni ipotesi è ancora del tutto prematura: le possibilità vanno dalla cessione dell’azienda in blocco (che sarebbe la più auspicabile) alla vendita dei singoli asset.