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Data: 03/05/2017
Testata giornalistica: Il Messaggero
Boom di over 50 rimasti senza lavoro

ROMA L'esercito dei disoccupati torna sopra i tre milioni di persone. E stavolta i nuovi arruolati non vengono dalle giovani leve, ma dagli over 50. È questa la vera sorpresa degli ultimi dati Istat relativi al mese di marzo. È la prima volta - dal 2004, ovvero da quando l'Istat ha avviato le rilevazioni mensili - che il numero assoluto di disoccupati anziani supera quello dei giovani: 567.000 contro 524.000. Sia chiaro: sono entrambi dati drammatici. Ma essere espulsi dal mercato del lavoro quando magari si ha un'intera famiglia sulle spalle è indubbio che sia più doloroso rispetto a un giovane che invece sa di avere ancora mamma e papà pronti a dargli una mano. In un solo mese - rispetto a febbraio - i disoccupati over 50 sono aumentati di 59.000 unità. Rispetto a marzo 2016 sono ben 103.000 in più. Un dato che preoccupa moltissimo i sindacati. Il leader Uil, Carmelo Barbagallo, paventa il «disastro sociale» e chiede al governo di ragionare su nuovi ammortizzatori sociali: «La scomparsa della mobilità ha messo in difficoltà migliaia di persone. Se non mettiamo mano agli ammortizzatori sociali e non costruiamo un percorso di differenziazione di territorio e di età avremo come risultato un disastro sociale. Bisogna anche lavorare sulle politiche attive».
Il tasso di disoccupazione generale a marzo risale quindi all'11,7% (+0,1 rispetto a febbraio e +0,2 rispetto a marzo 2016) portando il numero assoluto dei disoccupati a quota 3 milioni e 22 mila (+41.000 unità su base mensile e +86.000 su base annua).
LA RIMONTA
Anche l'esercito dei giovani alla ricerca di un impiego in numero assoluto è aumentato: tremila in più. Ma è l'effetto degli inattivi (quelli che finora non lo cercavano proprio il lavoro) che in questa fascia di età sono diminuiti di 27.000 unità. A livello percentuale le cose infatti cambiano: il tasso di disoccupazione giovanile è migliorato notevolmente (-0,4 punti rispetto al mese precedente, -3 punti su base annua): a marzo si è fermato al 34,1%, ai minimi da cinque anni. Per trovarlo più basso bisogna tornare indietro fino al febbraio 2012, quando l'asticella segnò 33,4%. Il dato è ancora più positivo visto che si inserisce in un trend: è il quarto mese consecutivo che cala. Inoltre - e non sempre questo è scontato - anche il tasso di occupazione in questa fascia di età cresce, attestandosi a marzo al 17,2% (+0,4 su febbraio, +0,8 su marzo 2016). Gli occupati under 25 sono adesso 1.013.000 (+25.000 su febbraio +42.000 su marzo 2016). Ed è su questi aspetti positivi che si concentrano i commenti sia del ministro del Lavoro, Giuliano Poletti, che di gran parte del Pd, a partire da Matteo Renzi: «Tante polemiche ma anche i dati di oggi dicono che la disoccupazione giovanile scende al 34% dal 44% del 2014» dice il segretario.
Complessivamente il numero degli occupati a marzo è di 22 milioni e 870.000 in calo di 7.000 unità, ma il miglioramento su base annua resta importante (+213.000, +0,9%) per effetto soprattutto dei lavoratori dipendenti (+310.000 unità su marzo 2016, di cui 143.000 permanenti, 167.000 a termine), mentre gli indipendenti diminuiscono di 97.000 unità a quota 5.350.000. Il tasso di occupazione è al 57,6%, invariato su febbraio e in crescita di 0,6 punti su marzo 2016.

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