Mica c’è solo Alfredo Castiglione, ex assessore regionale di An, che è andato a votare alle primarie del Partito democratico. Ci sono infiltrati di ogni partito, alleati, ex alleati, amici e nemici. Un fritto misto all’italiana. Al seggio dei Colli di Pescara si sono presentati i Teddiboys. Gianni Teodoro, il fratello Piernicola e la figlia Veronica. E persino Massimiliano Pignoli. Veronica, ex assessore della giunta di Pescara guidata da Marco Alessandrini e poi messa alla porta, ammette: “Sì, ho votato, ci hanno fatto votare: se ci fosse stato qualche problema il presidente di seggio lo avrebbe rilevato. Io sono andata a votare alle primarie del Pd perchè credevo e credo in una persona che avrebbe potuto rialzare le quotazioni del Partito democratico, l’unico in grado di dire a Renzi le cose come stanno, che gliele ha cantate in modo chiaro: sì ho votato per Michele Emiliano. Cosa abbia fatto mio padre non lo so, non è vero che io faccio solo e soltanto quel che dice lui”. No, infatti.
Però ai Colli sono volate parole grosse, proprio perchè la possibilità che i Teddiboys potessero votare era stata messa in dubbio: a quel punto Gianni ha detto che voleva votare “per Emiliano” e che ne aveva tutti i diritti. Il presidente di seggio gli ha dato ragione.
Ma così, a quanto pare, non è. La commissione nazionale per il congresso, proprio il 30 aprile, ha diffuso ai seggi una nota in risposta al quesito della parlamentare Marietta Tidei, rispetto all’interpretazione del comma 9 dell’articolo 2 dello Statuto del Pd. Dice la nota che “in merito alla possibilità per un iscritto a un movimento o partito politico, diverso dal Pd, di votare nelle elezioni primarie per la scelta del Segretario nazionale, lo Statuto (art. 2, comma 9) appare netto: “sono escluse dalla registrazione dell’anagrafe degli iscritti e dall’Albo degli elettori del PD, le persone appartenenti ad altri movimenti politici o iscritte ad altri partiti politici”. Il Presidente di Seggio, riconoscendo nell’elettore una persona con una delle caratteristiche di cui al citato art. 2, comma 9, ha l’obbligo di non farlo votare”.
Ed è chiaro come il sole che il presidente di seggio, in questo caso Annarita Rossini, abbia riconosciuto Teodoro, che anzi si è fatto riconoscere. Minacciando addirittura di chiamare al telefono Emiliano se non lo avessero fatto votare.
Che insomma i Teodoro siano in grado di movimentare un sacco di voti, è sicuro. Ed è chiaro a questo punto che lo stato maggiore del Pd è rimasto a guardare, accettando interferenze di ogni genere. E’ l’Ansa che rimarca questo dato:
“Una sofferenza si registra nell’area urbana dove si evidenzia un balzo di Emiliano soprattutto nelle zone periferiche della città, dove hanno fatto la differenza personalità locali indipendenti dal Pd, come a San Donato”, scrive a commento del voto delle primarie.
Anche in Abruzzo, in ogni caso, vince Renzi, ma vince col 65 per cento. Niente a che vedere col 79 per cento della Toscana, o il 74 dell’Emilia Romagna o l’80 per cento dell’Umbria (dove comunque gli elettori calano): l’Abruzzo è a fondo classifica, la sestultima regione, prima soltanto di Sicilia, Liguria, Molise, Basilicata e Puglia, con 15 punti di differenza rispetto all’Umbria. La performance del presidente della Regione Luciano D’Alfonso a sostegno di Renzi è quindi andata malissimo, anche a causa probabilmente delle recenti inchieste giudiziarie in cui è rimasto coinvolto e nonostante qui la percentuale di votanti sia aumentata.
Ma in Abruzzo va benissimo anche Emiliano, grazie al traino del parlamentare Toni Castricone. E la distribuzione dei seggi all’assemblea nazionale prevede 13 delegati per Renzi, 4 per Orlando e 3 per Emiliano.
Nella Provincia di Pescara un dato ancora più eclatante: nel Comune del governatore e dei più forti sostenitori, Renzi si ferma al 54,6 per cento, Orlando, sostenuto dall’assessore Donato Di Matteo, porta a casa 2.536 voti col 21,5 per cento ed Emiliano 2.700 col 23 per cento. E qui Renzi incassa 3 delegati, 2 Emiliano, 1 Orlando.
Insomma, questo è il momento della guerra delle cifre, delle accuse reciproche, delle rivendicazioni, delle minacce. Tutti contro tutti, dentro il Pd. Anche in Abruzzo. I voti dei Teodoro li volevano tutti, e tutti a corteggiarli: ci sono tracce di telefonate e di messaggi, mica solo dai sostenitori di Emiliano, proprio no. E se i voti sono utili alla causa, perchè no: e così è passato inosservato anche il voto di Alfredo Castiglione, ex vice presidente della Regione ai tempi di Gianni Chiodi poi per una breve stagione passato anche con Salvini. No, nessuno si scandalizza, e nessuno dice di conoscere la norma diffusa il giorno delle primarie dalla commissione nazionale per il congresso.
ps 1: anzi, a quanto pare, il Pd regionale ha dato ordine di aprire le porte a tutti. Perchè tanto i giochi erano conosciuti.
ps2: no, i risultati non sarebbero cambiati, uno zero virgola non cambia. Non cambia il risultato né la percentuale dei partecipanti. Ma è l’immagine del partito che va a farsi benedire per sempre, e guai a parlare di primarie come di una cosa seria. Guai a chi ci prova. Altro che prova di democrazia. Una prova di forza, con qualsiasi mezzo.