ROMA La notizia è arrivata proprio nel giorno in cui il Senato ha dato il via libera al disegno di legge sulla concorrenza, quello che contiene anche la delega per riscrivere le regole dei taxi e del noleggio con conducente aprendo alle piattaforme web come Uber. Mentre a Palazzo Madama i senatori davano il via libera al provvedimento con il voto di fiducia, i sindacati dei tassisti hanno annunciato per oggi una manifestazione di protesta sotto la sede dell'Antitrust. Il motivo lo hanno spiegato le sigle in una nota congiunta. «L'antitrust», hanno scritto Fit-Cisl taxi, Ugl taxi, Federtaxi Cisal, Usb e Fast-Confsal tpnl, «ha deciso di costituirsi nella causa in corso contro Uber, al fianco della nota multinazionale americana. Non risulta che in passato», hanno aggiunto ancora, «sia accaduta cosa più vergognosa a discapito di un servizio pubblico e a vantaggio di una potente multinazionale estera». Loreno Bittarelli, leader dell'Unione Radiotaxi Italiani, ha addirittura parlato di «sconcerto» per la decisione dell'Authority presieduta da Giovanni Pitruzzella. A difendere la scelta dell'Antitrust, sono stati invece i radicali, che per bocca del segretario Riccardo Magi, hanno definito la mossa «comprensibile e opportuna».
IL SEGNALE
Il segnale è comunque evidente. Il fuoco della guerra tra i tassisti e Uber, esplosa a febbraio con gli scontri di piazza a Roma, cova ancora sotto la cenere. Se il governo sarà capace di controllare questo focolaio lo si capirà solo nei prossimi giorni. Con l'approvazione da parte del Senato del ddl Concorrenza e della relativa delega al governo sul riordino del settore dei trasporti si interverrà sull'adeguamento dell'offerta alle nuove tecnologie, al contrasto dell'abusivismo e alla promozione della concorrenza. Sul tema della regolamentazione delle nuove piattaforme digitali del settore (come Uber e MyTaxi) fonti del Mise hanno confermato che i decreti legislativi saranno decisivi e che c'è un'apertura al dialogo e al confronto con il mondo dei tassisti e degli Ncc da parte del ministero e dello stesso ministro Carlo Calenda. Il metodo del confronto, insomma, caratterizzerà la fase di stesura dei decreti delegati. Anche se le posizioni dal rientro nelle rimesse alle licenze, restano distanti tra le parti. Per ora, comunque, resta la buona notizia dell'approvazione dopo oltre diciotto mesi del disegno di legge annuale sulla concorrenza che dovrà però tornare alla Camera per una terza lettura. Oltre ai taxi, le novità non sono poche. Il testo non cambia rispetto a quello approvato dalla commissione Industria ben 9 mesi fa, tranne per un paio di rinvii: quello sulla fine del mercato tutelato dell'energia elettrica e del gas (che slitta da luglio 2018 a luglio 2019) e quello di tre mesi sul monopolio di Poste sull'invio di multe e notifiche (da giugno 2017 e settembre 2017). Grande assente - più volte annunciata e poi scomparsa - è la norma anti-scorrerie volta alla tutela delle quotate italiane. «È pronta, deve trovare il veicolo giusto» ha garantito il ministro Calenda. Veicolo già trovato dalla norma Salva-Flixbus, che invece di passare per il Concorrenza è entrato nella manovrina collegata al Def. Per Paolo Gentiloni il via libera al ddl è «un passo in avanti per le riforme».