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Data: 04/05/2017
Testata giornalistica: Il Centro
Crisi Alitalia E' caccia al partner. Calenda è sicuro «Va ceduta tutta». Delrio, c'è il rischio che il compratore pretenda più tagli. Il governo incontrerà i sindacati la prossima settimana

ROMAUn grande partner internazionale, che sia disposto a comprare Alitalia tutta intera. È questo l'identikit dell'acquirente ideale cui guarda il Governo per la compagnia appena entrata in amministrazione straordinaria. Ed è con questo mandato che hanno iniziato a lavorare i tre commissari che entro i prossimi 15 giorni apriranno la raccolta delle manifestazioni di interesse. E mentre l'esecutivo avverte di stare attenti ad usare altri soldi pubblici dei contribuenti, che nella compagnia hanno già versato 8 miliardi, da più parti si chiede un'azione di responsabilità nei confronti degli ex manager. Un capitolo che ora finirà direttamente sul tavolo dei commissari, che «adotteranno doverosamente ogni iniziativa eventualmente necessaria anche con riferimento allo specifico tema della responsabilità degli organi sociali», ha assicurato il ministro dello sviluppo Carlo Calenda. Il ministro, da mesi critico sull'operato del management, è tornato anche a puntare il dito contro gli sbagli della passata gestione: «non vi è dubbio che l'idea di gestire da Abu Dhabi la compagnia sia stato un gravissimo errore», ha detto Calenda, pur riconoscendo agli investitori di Etihad di «aver messo dei soldi, di averci creduto e di essere stati disponibili a metterne altri». Calenda ha riconosciuto che Alitalia ora «ha i costi di Lufthansa e i ricavi di una Ryanair, una low Cost». Critico anche il ministro dei trasporti Graziano Delrio, da sempre scettico sul fatto che il problema fossero le low cost o la mancanza di alcuni piani per il turismo specifici: «ci sembrava francamente che qualcuno stesse trovando delle scuse», ha detto il ministro, che gli sbagli li vede piuttosto nella strategia aziendale, che non ha investito di più sul lungo raggio. Intanto il lavoro dei commissari è partito. Luigi Gubitosi era alla sua scrivania a Fiumicino fin dal mattino: in azienda ha incontrato tutti i manager, facendo un appello all'unità, mentre nel pomeriggio l'ormai ex a.d. Cramer Ball ha fatto un giro nella sede, visibilmente commosso, stringendo le mani a diversi dipendenti. In giornata, poi, Gubitosi ha fatto un primo punto della situazione con gli altri due commissari, Enrico Laghi e Stefano Paleari. Sono «un mix di personalità», «una buona terna, li metteremo alla prova del lavoro», ha detto di loro Calenda, che ha anche sgombrato il campo dalle polemiche sui molti incarichi di Laghi (che ha rassegnato le dimissioni da Midco e Cai il 26 aprile e da Unicredit il 2 maggio): «Non ha 24 incarichi, è una persona molto preparata e competente». Sul tavolo dei commissari, la messa a punto di un piano di tagli e la ricerca del partner, per il quale l'indicazione del Governo è chiara: la priorità è la cessione dell'azienda unita, non spezzettata. L'arrivo di un compratore, comunque, non esclude il rischio di tagli anche maggiori del migliaio di esuberi del preaccordo bocciato dal referendum: «è uno dei rischi potenziali», ha detto Delrio. Il Governo esclude invece altri sacrifici per i contribuenti: «dobbiamo essere molto attenti» ai soldi dei cittadini, che con questi 600 milioni di prestito ponte, sono arrivati a versare 8 miliardi in Alitalia, ha avvertito Calenda. Il ministro torna quindi ad aprire a qualunque contributo arriverà dall'ex premier Renzi (secondo indiscrezioni vorrebbe coinvolgere il Qatar), purché «tenga conto che senza un'alleanza con una grande compagnia internazionale rischia di essere difficile». La prossima settimana il Governo è pronto a convocare i sindacati, che hanno chiesto un incontro urgente.

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