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Data: 06/05/2017
Testata giornalistica: Prima da Noi
Centro turistico Gran Sasso e dipendenti senza stipendio. il presidente: «nessun gioco al massacro». Presidente Verini respinge le accuse dei sindacati

L’AQUILA. Cinquanta lavoratori del Centro turistico del Gran Sasso senza stipendio.
Polemici nei giorni scorsi i sindacati ma adesso il presidente Luca Verini e tutto il collegio sindacale ricordano che il Centro Turistico del Gran Sasso e i suoi lavoratori hanno già vissuto, negli ultimi anni, momenti di difficoltà e di lunghe crisi del tutto analoghe.
E il collegio respinge anche l’accusa di «allucinante gioco al massacro tra amministratore unico e revisori dei conti» che secondo il sindacato sarebbero «improvvisamente tornati vigili» e la tesi che il blocco degli stipendi sarebbe dovuto ad una sorta di artificioso discernimento «tra competenze per investimenti e spese correnti».
«In verità», spiega Verini, «le questioni di merito sono assai chiare: le casse dell’azienda per l’attività di gestione corrente sono state, come sempre, alimentate dalle sole entrate di trasporto della funivia e dall’attività degli impianti di risalita, nonché dai contributi comunali e, tuttavia, le concomitanti circostanze estremamente negative (meteoriche e provvedimenti di sospensione Ustif per il funzionamento della seggiovia) succedutesi nei mesi di novembre – dicembre – gennaio hanno contribuito a rendere prossime allo zero le entrate derivanti da queste voci».
Il fatto che da gennaio sono state conferite nelle casse dell’azienda somme ragguardevoli (7 milioni) di fondi Cipe, che per loro natura possono essere utilizzati esclusivamente in conto futuro aumento del capitale sociale, da impiegare per la realizzazione degli investimenti (tra cui gli interventi strategici di ristrutturazione degli alberghi e sostituzione della seggiovia delle Fontari) riportati nel Business Plan, «non poteva costituire (né potrebbe costituirlo ora) motivo per l’utilizzo di tali fondi per altra destinazione (e, quindi, gli stessi fondi non possono essere impiegati per alcuna spesa di gestione)», continua il presidente.
«Ciò, invece, è quanto avvenuto in questi mesi utilizzando il conto corrente destinato ai Fondi Cipe e il Collegio Sindacale e il Revisore hanno dovuto (dopo richieste di chiarimenti sostanzialmente eluse) intervenire compiendo una doverosa attività di vigilanza nell’interesse della stessa azienda e della proprietà. Del resto, proprio lo stesso Comune ha fatto seguito all’accertamento della citata irregolarità gestionale paventando anche rischi di illecito penale».
Secondo il presidente tutto accade in un contesto «predisposto per il rilancio dell’azienda sia per la prospettata attività di investimento con l’utilizzo dei Fondi Cipe ma anche con innegabili iniziative positive per la riduzione del debito con le banche operate dall’amministrazione in sinergia con la proprietà».

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