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Data: 06/05/2017
Testata giornalistica: Il Messaggero
Bonus mamma, partenza boom quasi 28mila richieste in 36 ore

ROMA Nelle prime 36 ore 27.692 domande: è un successo quello del bonus mamma che dal 4 maggio si può richiedere all'Inps, successo ampiamente giustificato dal fatto che il beneficio si riferisce ai nati nel 2017 e dunque sconta un forte arretrato dovuto ai tempi che sono stati necessari al governo per mettere a punto i provvedimenti attuativi.
Nella rilevazione effettuata alle ore 14.00 di ieri risultano presentate 27.692 domande, di cui 18.764 direttamente attraverso il sito dell'Inps, 8.023 tramite i Patronati e 905 con l'utilizzo del Contact Center. Tra le domande presentate quelle che riguardano nascite già avvenute sono 20.402. Il beneficio economico, di 800 euro per la nascita o l'adozione di un minore, sarà corrisposto dall'Inps su domanda della futura madre, al compimento del settimo mese di gravidanza (inizio dell'ottavo mese) oppure alla nascita o adozione o affido, per gli eventi verificatisi a partire dal 1° gennaio 2017.
GLI STRUMENTI ESISTENTI
Il nuovo bonus si aggiunge alle diverse forme di sostegno già esistenti per la natalità, e nella stessa legge di Bilancio per il 2017 è stato approvato insieme ad un ulteriore strumento, un bonus di 960 euro frazionato su 12 mesi destinato a contribuire alle spese per la frequenza degli asili nido. Oltre a questi due benefici, che sono erogati per tutte le nascite indipendentemente dal reddito dei genitori, nella legislazione italiana esiste dal 2015 un bonus bebè dello stesso importo (960 euro l'anno ovvero 80 al mese) riconosciuto per i primi tre anni di vita del bambino. In questo caso però è necessario che il nucleo familiare che ne fruisce non superi i 25 mila euro di reddito Isee (indicatore di situazione economica equivalente). Nel primo anno di applicazione le risorse utilizzate per il bonus bebè sono risultate inferiori a quelle disponibili: ne hanno usufruito quindi meno famiglie del previsto. Sempre l'Inps, o direttamente o attraverso i datori di lavoro, si occupa dell'assegno al nucleo familiare per i lavoratori dipendenti o i pensionati: le somme spettanti dipendono dalla composizione del nucleo stesso e dal suo reddito, che però è misurato non in termini di Isee ma con un criterio che tiene conto dell'imponibile Irpef e di altre voci. Un ulteriore assegno è erogato dai Comuni alle famiglie con almeno tre minori: qui il riferimento è di nuovo l'Isee.
LA RAZIONALIZZAZIONE
Infine i contribuenti che hanno figli a carico possono fruire di detrazioni Irpef che sono decrescenti al crescere del reddito: vengono applicate dal sostituto d'imposta o inserite direttamente in dichiarazione. Il governo ha annunciato più volte l'intenzione di razionalizzare e coordinare tutti questi strumenti diversi che tra l'altro richiedono alle famiglie un certo impegno per seguire le procedure amministrative presso enti diversi.

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