PESCARALa zona della stazione centrale bomba sociale di Pescara. Con le prostitute agli angoli delle strade anche all'ora di cena. Con due giovani sdraiati sulla panchina del terminal bus che mimano un rapporto sessuale, lui sotto e lei sopra, accanto a una palma usata come latrina dagli "abitanti" della pinetina della stazione.Con gli accattoni che non stanno seduti per terra a gambe incrociate, ma camminano in centro a passo spedito con il cartello appeso al collo con su scritto: «Ho fame». Con i parcheggiatori abusivi che pretendono le monetine. È questa la foto scattata da residenti e turisti dentro e nei dintorni della stazione ferroviaria: un crocevia per migliaia di persone ogni giorni. Ed è una storia che si ripete quotidianamente «con le volanti della polizia che vanno e vengono, li arrestano e il giorno dopo li rivedi e fanno pure gli strafottenti», raccontano gli anziani signori che osservano le scene da mattina a sera mentre giocano a briscola su una tavoletta di legno poggiata su un bidone della spazzatura. Un «centro sociale improvvisato» stretto tra il bar e la pinetina del terminal bus dove ogni giorno arrivano e partono migliaia di pendolari, turisti e viaggiatori. «Qui non ci sono bagni, ognuno la fa dove capita», dicono gli anziani. La latrina in mezzo al verde è una palma: «Anche le donne ci vanno e si vede tutto». Tutt'intorno all'arbusto, quel che resta di una fisiologica urgenza: escrementi, fazzolettini, carta igienica abbandonati in mezzo alle foglie e una puzza insopportabile. Oltre alla palma, ci sono le inferriate, nel retro delle agenzie di viaggi e biglietterie, ormai corrose dall'urina. Lungo i muretti di cemento, i resti di bivacchi. Dal terminal bus alla stazione ferroviaria, lo scenario di degrado è sempre lo stesso. Sotto le rampe che conducono ai binari, accanto ai parcheggi e lungo i marciapiedi che costeggiano la strada, accanto alla zona taxi, sono ben visibili ai pedoni distese di cartoni usati come bagni a cielo aperto. Il materasso è pronto per essere adagiato a terra, i cuscini sono infilati sopra un muro di cemento che funge da ripostiglio, le ciotole contengono il necessaire per la toilette, ci sono persino i rasoi elettrici. «Area ferroviaria, vietato l'accesso alle persone non autorizzate», recita un cartello appoggiato su un cancello che chiude la rampa di cemento con i materassi abbandonati a vista. Un'area interdetta dalla Rete Ferroviaria, dopo che due locali sovrastanti sono andati a fuoco due volte nel giro di poche ore, il mese scorso. I 25 agenti della Polfer, coordinati da Davide Zaccone, si occupano della vigilanza del perimetro ferroviario h24: «Dovremmo essere il doppio, ma la sorveglianza è continua», spiega Zaccone, «la stazione di Pescara, come altrove, è un luogo dove il mondo si ritrova, i disperati ci saranno sempre che dormono sui cartoni o dentro i vagoni. L'anno scorso abbiamo sanzionato 450 prostitute e ogni giorno allontaniamo decine di persone senza regolari permessi, sono romeni, bulgari, magrebini, una guerra tra poveri, ma noi non permettiamo assembramenti né gli accampamenti di un tempo». Negli ultimi giorni la Polfer ha multato per 6.600 euro una coppia focosa che faceva sesso orale tra i binari. Da Bari e Termoli arrivano Marco e Alessia, studenti di Scienze Motorie all'università d'Annunzio di Chieti: «Veniamo a Pescara da 5 anni , la situazione è migliorata ma ci sono troppi mendicanti». «Che chiedono anche solo i centesimi», aggiungono due professionisti baresi in partenza, «uno se ne va in giro con un cartello appeso al collo, con su scritto "Ho fame", ci vorrebbe più vigilanza». «Io vedo prostitute ad ogni angolo e tanta gente strana», conclude Michele Manni, pendolare pugliese, «in dieci anni questa città è cambiata».