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Pescara, 24/07/2024
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Data: 07/05/2017
Testata giornalistica: Il Centro
I precari dello Zooprofilattico gridano a Roma: «Stabilizzateci». Sono 150 ricercatori e amministrativi, tutti laureati, e oltre la metà va avanti da più di cinque anni con contratti a progetto. L'istituto: «Stiamo lavorando con il ministero, serve la volontà politica»

TERAMO Un gruppo di una trentina di precari dell'istituto zooprofilattico "Caporale" di Teramo ha partecipato ieri a Roma al sit-in organizzato dalla Cgil nazionale per sensibilizzare le istituzioni sull'annoso problema del precariato nella pubblica amministrazione e in particolare nella sanità pubblica. Indossando i loro camici bianchi e mostrando cartelli che indicavano il numero degli anni di precariato trascorsi negli enti, i partecipanti alla manifestazione hanno stazionato per due ore davanti a palazzo Vidoni, sede del ministero della Funzione pubblica. Le ragioni della presenza a Roma sono spiegate così da Daria Di Sabatino, una dei partecipanti teramani alla manifestazione: «Allo Zooprofilattico di Teramo siamo oltre 150 a lavorare con contratti di collaborazione. Circa la metà da oltre cinque anni, alcuni anche da dieci, dodici, quasi quindici anni. Siamo tutti laureati: biologi, chimici, veterinari, informatici e figure amministrative. La nostra attività è legata a progetti di ricerca finanziati di volta in volta, per cui partecipiamo a selezioni pubbliche con cadenza annuale o biennale. Chi si posiziona nei primi posti delle graduatorie viene preso. Le competenze acquisite ci garantiscono una certa continuità, anche se alcuni di noi hanno avuto dei periodi di stop più o meno lunghi. Il punto fondamentale è che non abbiamo i diritti e le tutele dei lavoratori assunti con contratti "veri". Se una di noi rimane incinta, ad esempio, le congelano il contratto per cinque mesi. Vista la durata elevata delle collaborazioni, tra noi ci sono anche persone di 35-40 anni sposate e con figli per le quali questa condizione di precariato è diventata intollerabile. Ci aspettiamo un impegno della politica per il superamento di questa situazione».Nello striscione di protesta esposto dai precari dello Zooprofilattico di Teramo è stato inserita anche la frase "Antonella con noi" a ricordo di Antonella D'Agostino, la ricercatrice 38enne dell'istituto morta due giorni fa per una grave malattia e di cui ieri si sono svolti i funerali.Nel frattempo, i vertici dell'istituto "Caporale" - che hanno più volte riconosciuto pubblicamente l'importanza del lavoro svolto dai 150 precari - stanno continuando a spingere sulla politica nazionale per trovare una soluzione. La presidente del consiglio d'amministrazione Manola Di Pasquale dice: «Quei precari hanno una particolarità, sono ricerca. Sono stati dentro progetti di ricerca che li hanno qualificati in modo specifico. È evidente che certe professionalità e competenze vanno salvaguardate, ma per farlo bisogna rendere stabili quei fondi per la ricerca che invece finora vengono dati a progetto. Serve la volontà politica di farlo».Il problema non riguarda solo Teramo e i suoi 150 camici bianchi senza tutele contrattuali ma tutti i dieci Zooprofilattici italiani, nei quali complessivamente lavorano 800 precari. «Il percorso lo stiamo facendo insieme», dice ancora Manola Di Pasquale, «abbiamo appuntamento con il ministro della Salute Beatrice Lorenzin il prossimo 11 maggio e si discuterà anche delle eccessive restrizioni previste per la stabilizzazione nel decreto Madia».

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