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Data: 07/05/2017
Testata giornalistica: Il Messaggero
Alitalia, i sindacati affilano le armi: nessun taglio al costo del lavoro

ROMA I sindacati affilano le armi in vista dell'incontro con i tre commissari di Alitalia. La strategia che hanno in mente è già definita. All'incontro del 10 maggio ripeteranno che nuovi tagli agli stipendi sono impossibili, tanto meno immaginare altri esuberi, e che prima di intervenire vanno eliminati sprechi ed inefficienze per almeno 600 milioni di euro. «Non siamo disponibili a discutere di nuovi sacrifici - dice al Messaggero Claudio Tarlazzi, numero uno della Uil Trasporti - perchè il costo del lavoro non è un problema e i dipendenti di Alitalia hanno già dato. Semmai, in sede di discussione del nuovo contratto, si può affrontare il tema del miglioramento dell'efficienza e della produttività». Tarlazzi vorrebbe che l'attuale accordo nazionale, che scadrà a fine mese, fosse congelato, salvando così tutte le tutele per hostess, piloti e dipendenti di terra.
I TEMPICisl e Cgil evitano invece di prendere una posizione ufficiale, sapendo bene che Luigi Gubitosi, Enrico Laghi e Stefano Paleari possono chiedere, almeno a livello teorico, una sforbiciata netta sui salari per consentire all'azienda di essere appetibile sul mercato. I commissari non hanno infatti vincoli politici, tanto meno ideologici, nella trattativa che si aprirà mercoledì prossimo e che durerà a lungo. Ma al di là delle schermaglie tattiche, proprio Gubitosi, che coodina il team, ha detto che i tagli al personale non potranno «non essere indolori». Insomma, molto dipenderà dal buon senso delle organizzazioni sindacali. Queste ultime contano poi sul piano B elaborato dal Pd che, salvo rinvii, dovrebbe arrivare entro la metà del mese. E che potrebbe condizionare non poco il confronto negoziale. Di certo sia Lufthansa che Ryanair, tanto per citare due vettori che sono alla finestra, non hanno nessuna intenzione di aprire il dossier se non dopo aver visto una profonda pulizia dei conti della nostra ex compagnia di bandiera. Pulizia che prevede stipendi ridimensionati e un certo numero di esuberi. Del resto proprio i tedeschi hanno fatto trapelare e poi smentito che entrerebbero in Alitalia solo dopo un taglio di almeno 4 mila dipendenti, esattamente quello che, prima del varo del business plan, chiedevano Unicredit e Intesa Sanpaolo, le due banche azioniste che hanno contattato il vettore tedesco e che ora non vedono l'ora di abbandonare la partita per evitare altre perdite milionarie.

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