TERAMO L'allarme-acqua è stato reso pubblico alle 17,47 di ieri. E' arrivato nelle redazioni degli organi di stampa un comunicato della Ruzzo Reti in cui in poche righe si dava conto della situazione, con l'elenco dei 32 comuni e in allegato l'ordinanza del Sian. I siti prima e le televisioni subito dopo hanno dato immediatamente la notizia che si è sparsa in un battibaleno. E poi c'è stato un passa parola via sms e whatsapp. In meno di un'ora i supermercati in tutta la provincia sono stati presi d'assalto. L'obiettivo erano le bottiglie d'acqua. Clienti con i carrelli strapieni di confezioni di acqua e file sterminate alle casse. Gli scaffali dei supermercati di tutta la provincia poco prima della chiusura erano ormai completamente vuoti, tanto che chi è arrivato all'ultimo momento non è riuscito a rifornirsi d'acqua. Il traffico nelle vicinanze dei supermercati è rimasto congestionato fino ad oltre l'orario di chiusura.Nelle case tutti hanno riempito vasche e secchi per far fronte ad un eventuale black out idrico.Un altro effetto dell'emergenza è stato la chiusura delle scuole. Nei gruppi whatsapp dei genitori di tutta la provincia si sono rincorse supposizioni e notizie per tutto il tardo pomeriggio. Ogni Comune ha dovuto decidere se tenerle aperte o meno. Molti Comuni, fra cui Teramo e Castellalto, hanno deciso per una giornata di chiusura. A Giulianova invece resteranno aperte: dove si fa il tempo prolungato la Cir Food predisporrà un menù apposito garantendo l'approvvigionamento di acqua potabile con il ricorso esclusivo a bottiglie di acqua minerale. A Roseto scuole aperte ma senza mensa, per cui i bambini vanno ripresi prima da scuola o devono portarsi il panino. Sospesa la refezione scolastica anche a Alba Adriatica e Tortoreto e in altri centri.
Zippilli: «Allarme di stampo terroristico». Aziende alimentari ferme. Il presidente di Confindustria: decisione frettolosa basata su dati incerti
TERAMO «Un allarme di stampo terroristico». Non usa mezzi termini il presidente provinciale di Confindustria Cesare Zippilli per definire l'improvviso divieto emesso ieri pomeriggio dalla Asl. «Oltre agli enormi problemi creati alle famiglie», spiega il rappresentante della principale associazione degli imprenditori, «quel provvedimento ha creato ripercussioni molto pensanti per le aziende dell'agroalimentare». Di fatto, segnala Zippilli, è stata bloccata da un momento all'altro l'attività del maggiore settore produttivo del Teramano. «Basti pensare che solo Amadori e Gelco hanno 2.500 dipendenti che sono stati costretti a fermarsi», sottolinea il presidente di Confindustria, «con le conseguenze che si possono immaginare sull'operatività delle aziende». Oltre a scatenare il panico tra la popolazione, che ha preso d'assalto i supermercati, svuotando gli scaffali delle acque minerali, il blocco disposto dal Ruzzo ha causato danni economici ad imprese già messe in difficoltà dalle emergenze dei mesi scorsi dovute a maltempo e terremoti. Zippilli si ripromette di approfondire i motivi del divieto, ma secondo lui la procedura adottata lascia molti dubbi. «Non si può stabilire che l'acqua non è più potabile da un minuto all'altro», osserva, «solo sulla base di un'analisi olfattiva e visiva». A detta del presidente di Confindustria, insomma, sarebbero serviti controlli più approfonditi e certezze maggiori prima di emettere un provvedimento del genere che ha ripercussioni cosi pesanti sulla cittadinanza e sulle attività produttive di un'intera provincia.«Servono dati puntuali e inoppugnabili», insiste, «anche perché se domani mattina si scopre che non ci sono problemi nell'acqua, che succede? Quante teste dovranno cadere?». Al di la delle responsabilità tecniche e giuridiche resterà comunque il danno già fatto al sistema imprenditoriale e che rischia di amplificarsi qualora perdurasse lo stato d'incertezza o di divieto di utilizzo dell'acqua potabile. «Speriamo che questa situazione si risolva prima di subito», conclude Zippilli, «bisognerebbe subito attivare il potabilizzatore di Montorio, altrimenti le conseguenze saranno ancora più gravi».