Emergenza acqua contaminata: oggi le scuole di ogni ordine e grado resteranno chiuse a Teramo, compresi gli asili nido. Lo ha stabilito ieri il sindaco Maurizio Brucchi, al termine di una giornata cruciale per la città. Anche la mensa dell'Università di Teramo resterà chiusa. L'emergenza acqua è scoppiata mentre il primo cittadino stava tenendo la riunione-fiume, che si è protratta per tutto il pomeriggio, fino a sera, nella sala della Dmp Electronics con i consiglieri di maggioranza per valutare il ritiro delle dimissioni. Il sindaco si è tenuto in contatto con la sua vice, Mirella Marchese, che ha partecipato ad un incontro in Prefettura da cui è scaturita la decisione di chiudere i plessi scolastici, mentre in città si assisteva a scene apocalittiche: traffico bloccato, calca nei supermercati, risse sfiorate, scaffali vuoti e persone che giravano in strada con i carrelli della spesa pieni di casse d'acqua minerale.
Sul fronte politico, la riunione fiume di ieri è servita al sindaco Brucchi per far leggere a tutti i consiglieri il suo documento programmatico, subito dopo il primo cittadino si è recato in Prefettura per fare il punto sull'emergenza acqua. Al termine della discussione il sindaco ha deciso di prendersi 24 ore per decidere se ritirare o meno le dimissioni e per preparare la nuova Giunta, che, secondo le indicazioni dei dissidenti, non dovrà avere più di sei assessori e magari comprendere anche qualche nome nuovo.
Il dibattito è stato molto acceso, con momenti di tensione tra i dissidenti e il gruppo di Futuro In, che invece avrebbe voluto la riduzione delle indennità ma non il taglio delle poltrone. Bocciata anche la proposta di chiedere la fiducia in Consiglio comunale: Alfredo Caccioni e Mimmo Sbraccia hanno detto chiaramente che se il sindaco accetterà le loro condizioni si potrà andare avanti, oppure tutti a casa. Intanto la posizione di Milton Di Sabatino, presidente del Consiglio comunale, resta in bilico: ha rimesso il mandato nelle mani della maggioranza per favorire la ricomposizione della crisi, anche se al momento manca la convergenza su un altro nome. Non sarà facile per Brucchi ricomporre il puzzle di una maggioranza ormai sfilacciata. «Io resto della mia posizione afferma Alfredo Caccioni, uno dei tre dissidenti- serve un cambio di passo, uno stacco netto con il passato, bisogna coinvolgere anche i consiglieri nelle decisioni e la Giunta non deve avere più di sei componenti». Brucchi, contattato telefonicamente, ha risposto solo «non lo so» alla domanda relativa alla sua volontà di ritirare le dimissioni entro giovedì, termine ultimo fissato dalla legge.