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Data: 11/05/2017
Testata giornalistica: Il Messaggero
L'acqua del Gran Sasso torna potabile nella notte ma scatta un'inchiesta

TERAMO Dopo dodici ore di psicodramma, con i supermercati presi d'assalto e gente arrampicata sugli scaffali per accaparrarsi le casse d'acqua, scuole chiuse, ristoranti e negozi paralizzati, un'intera regione nella morsa della paura, come per incanto l'emergenza dell'acqua inquinata è rientrata nel cuore della notte. Il divieto di utilizzo potabile dell'acqua nel Teramano è stato revocato dopo l'arrivo dei risultati sui nuovi campioni prelevati dall'Agenzia regionale per la tutela dell'ambiente (Arta), in base ai quali si è tornati ai valori giudicati conformi alla normativa vigente. Lo ha reso noto la Asl di Teramo in una comunicazione inviata ai 31 Comuni interessati dall'emergenza. L'altra sera era stato vietato l'uso potabile dell'acqua nell'area in seguito ai prelievi effettuati al Traforo del Gran Sasso dall'Arta, in base ai quali l'acqua in uscita risultava non conforme.
L'INCHIESTA Sebbene gli ultimi risultati delle analisi lascino tirare un sospiro di sollievo, il caso è destinato, ovviamente, ad avere ripercussioni. Intanto sotto il profilo giudiziario: sarà un pool composto da tre magistrati e coordinato dal procuratore capo di Teramo, Antonio Guerriero, ad indagare sul nuovo presunto episodio di inquinamento. Il pool, composto dai pm Stefani Giovagnoni, Greta Aloisi e Davide Rosati, indagherà su due episodi, sia quello ultimo sia quello dello scorso agosto, riuniti in un unico fascicolo. Nella notte è stato ascoltato in Procura anche il presidente del Ruzzo, Antonio Forlini: Sono provato da quello che è successo ha dichiarato al mattino ad alcuni mezzi di informazione.
LE CAUSE Sia Infn che Strada dei Parchi hanno diffuso note ufficiali per escludere responsabilità dirette. La società che gestisce le autostrade ha comunicato prontamente che gli unici lavori effettuati di recente risalgono al 3 e 4 maggio scorsi per la manutenzione della segnaletica orizzontale. Infn ieri ha ribadito, con una nota ufficiale, quanto già annunciato al Messaggero: Le acque provenienti dal punto di captazione interno ai Laboratori sono messe a scarico dal giorno 1 maggio - ha detto il Servizio Relazioni Esterne dei Laboratori - È quindi da tale data che tutte le acque provenienti dai laboratori non vengono immesse nella rete idrica dell'acquedotto del Ruzzo. Tale misura di messa a scarico è stata adottata in via precauzionale, d'intesa con la Ausl, in occasione dei lavori di parziale ripavimentazione in corso nei Laboratori sotterranei. Inoltre i Laboratori rendono noto che, dai monitoraggi costantemente eseguiti in tutti questi giorni, «le acque di scarico in uscita dai Laboratori sono sempre risultate e tuttora risultano pulite». Durissima anche la posizione di Strada dei Parchi: «L'inquinamento non c'è, restano solo ridicoli sospetti sui lavori di manutenzione. Da oltre dieci anni utilizziamo gli stessi materiali e le stesse modalità per riverniciare le strisce sull'asfalto sotto il Gran Sasso. In oltre dieci anni non è mai emerso un problema, non solo perché i materiali sono quelli autorizzati dalle Asl, ma soprattutto perché le quantità di solventi contenute nelle vernici sono davvero infinitesimali». «Se non bastasse ciò a rendere infondata la possibilità che la nostra attività di manutenzione possa aver creato un qualche problema alla falda e all'acquedotto, ci pensano i fatti a dimostrare l'infondatezza del sospetto: basta considerare - prosegue il comunicato - che sotto il manto stradale dove sono state fatte le strisce ci sono oltre 25 centimetri di catrame. Sotto ancora ci sono qualcosa come 30-70 centimetri di cemento armato che rendono ridicolo il solo pensare che ci possa essere un'ipotesi di filtraggio».
LO SCENARIO Eccessivo allarmismo o giusta prassi? Nell'ambito del tavolo tecnico che si è svolto ieri Roberto Guercio, ordinario all'Università la Sapienza esperto di costruzioni idrauliche, marittime ed idrologia, ha sostenuto che il sistema entrato in funzione dopo i prelievi è da considerarsi un sistema perfetto che doveva essere messo in pratica viste le condizioni che si erano create. Le associazioni, però, hanno annunciato una mobilitazione: il Forum abruzzese Movimenti per l'Acqua lancia un appello alla trasparenza e chiede agli enti di pubblicare tutta la documentazione dei prelievi e della corrispondenza delle ultime settimane.

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