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Pescara, 24/07/2024
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Data: 11/05/2017
Testata giornalistica: Il Messaggero
Pescara, si uccide l'ex sindaco Ciccantelli. Muore travolto da un treno. De Camillis: «L'avevo visto martedì e avevamo scherzato, sono distrutto»

Il 29 marzo, Carlo Pace travolto il giorno prima da un'auto mentre attraversava in via Silvio Pellico e morto dopo qualche ora. Il 14 aprile, Nevio Piscione stroncato da un brutto male. Ieri, a distanza di soli 42 giorni, se n'è andato un altro ex sindaco, Pino Ciccantelli, primo cittadino di Pescara dal 1990 al 1993. E se ne è andato in modo tragico e cruento. Poco prima delle 12 di ieri, Ciccantelli, che a giugno avrebbe compiuto 71 anni, è stato travolto da un treno Frecciabianca in transito alla stazione di Francavilla al Mare. Per gli inquirenti, non un incidente. E questo è stato chiaro sin dai primi istanti. L'ex sindaco si è lanciato contro il convoglio che viaggiava a 150 km orari. Un impatto violentissimo che ha reso il corpo irriconoscibile. Che si trattasse proprio di lui, gli agenti della Polfer guidati da Davide Zaccone - subito intervenuti sul posto insieme alle ambulanze del 118 - l'hanno scoperto attraverso i documenti ed altri effetti personali che l'uomo aveva addosso e nel borsello.

I TESTIMONI Stando ad alcune testimonianze, Ciccantelli era seduto su una panchina del primo binario. Poi, all'annuncio dell'imminente passaggio sul secondo binario del Frecciabianca Venezia-Lecce, si è alzato, ha percorso il sottopasso che conduce a quel binario e all'arrivo del treno, che trasportava 200 persone, gli si è lanciato contro. Una signora ha raccontato di averlo visto buttarsi sotto. Un commerciante ambulante, invece, ha riferito che poco prima della tragedia Ciccantelli si aggirava per il mercato lì vicino. Aveva lo sguardo assente. «Si è avvicinato alla mia bancarella per vedere un K-way. Era strano - ha raccontato -. Poi è arrivata una signora che mi ha chiesto due fuseaux e lui si è allontanato. Poco dopo ho sentito un gran botto».

LO STRAZIO DEI PARENTI Un dramma che ha lasciato tutti senza parole, a cominciare dalla famiglia, dalla moglie Carla e dai due figli, i quali non immaginavano una fine del genere, così come quelli che lo conoscevano. Stava bene in salute e non soffriva, almeno all'apparenza, di depressione. Fino all'altro ieri scherzava con gli amici. Secondo alcuni di loro Pino Ciccantelli aveva superato la vicenda giudiziaria che nel 1993, quando era sindaco, gli era costata l'arresto per concussione nell'ambito di un'inchiesta sulla gestione dei rifiuti. Per altri, invece, fu proprio quello uno sbaglio che a distanza di tanti anni ha finito per pagare con la vita.
Da circa 20 anni era titolare di una società di recupero crediti. Prima se ne occupava insieme al figlio, ultimamente da solo. E proprio alla sede della società è stato visto per l'ultima volta ieri mattina. Sarebbe passato all'agenzia, come la chiamava lui, e poi si sarebbe diretto a bordo della sua auto a Francavilla, città che amava molto e in cui alla fine ha deciso di morire.

L'ULTIMO MESSAGGIO L'ultimo pensiero è stato rivolto ai familiari a cui ha lasciato uno scritto, trovato fra i suoi effetti, in cui giustificava il suo gesto dicendo fra le altre cose «a volte è meglio morire che vivere». Dopo la ricognizione cadaverica, la salma è stata trasportata nell'obitorio del cimitero di Francavilla al Mare e restituita ai familiari per i funerali. Inevitabili le ripercussioni sul traffico ferroviario. La linea adriatica è rimasta bloccata per un'ora. Successivamente è stato riaperto un binario ed è ripresa la circolazione alternata fra Pescara e Ortona, con rallentamenti fino a 80 minuti. Per limitare i disagi, Trenitalia ha disposto bus sostitutivi sulla linea Pescara-Termoli. Problemi anche per i passeggeri del Frecciabianca.

De Camillis: «L'avevo visto martedì e avevamo scherzato, sono distrutto»

«L'ho visto ieri a casa sua (martedì, ndr). Abbiamo riso e scherzato, come sempre. Stavamo organizzando una cena con Gianluca Fusilli. Sono devastato, non so davvero cosa dire, cosa pensare». Roberto De Camillis era probabilmente l'amico più caro di Pino Ciccantelli: «Pochi istanti fa - dice al cellulare - ho finito di parlare con la moglie, Carla. Sono appena uscito dalla loro abitazione». E' sempre difficile, anche per le persone più vicine, interpretare le ragioni di un gesto così estremo: «Sento già dire in giro tante cose - aggiunge De Camillis -, ma posso assicurarvi che Pino non aveva alcun problema di salute. Aveva fatto le analisi da poco, stava benissimo. Non aveva problemi di depressione, né di altro tipo». L'agenzia di recupero crediti di via Milano, che Ciccantelli aveva avviato con il figlio? «Adesso era soltanto lui ad occuparsene - risponde De Camillis - da quando il figlio si era trasferito in Svizzera a lavorare». L'amico del cuore non sa rispondere alla domanda più difficile: «Siamo cresciuti insieme. Dal '78 è iniziato il nostro percorso politico fino all'elezione a sindaco di Pino. Abbiamo continuato a vederci sempre anche dopo». E quel dopo porta inevitabilmente alla vicenda di Tangentopoli che nel '93 coinvolse Ciccantelli in un episodio di concussione: la Dc e l'intera classe dirigente nazionale e regionale di quegli anni si erano praticamente dissolte sotto i colpi delle procure. Da quel momento, Ciccantelli non salirà mai più le scale del Municipio. Una scelta personale che lo allontanerà anche dalla politica attiva, come ricorda Licio Di Biase: «Con Pino eravamo colleghi di partito e di corrente. Quando lui era sindaco io ero consigliere comunale e segretario cittadino della Dc. Eravamo una squadra, assieme a tanti altri. Ma lui, dopo la vicenda del 93, si era totalmente isolato. La frequenza più assidua era con Roberto De Camillis. Sono davvero scosso da questa notizia». Un altro ricordo arriva da Sergio Di Sciascio: «Con Pino siamo stati diversi anni insieme nella Dc. Nel '93, dopo le sue dimissioni, fui io a subentragli in consiglio comunale come primo dei non eletti. Non ci siamo mai persi di vista. Lo avevo incontrato appena un mese fa, sul lungomare, assieme alla moglie Carla». L'ottico Aldo Marino ricorda i trascorsi sportivi con Pino Ciccantelli, nella gloriosa Ursus: «Io, lui e Adriano Michetti giocavamo insieme. Costituivamo la mediana della squadra. Pino era un giocatore dai piedi raffinati. Abbiamo fatto insieme anche la scuola politica nella Dc. La moglie, Carla, era una ragazza d'oro. Perdo un carissimo amico». La notizia coglie di sorpresa anche gli ambienti di Palazzo di città. Il sindaco Marco Alessandrini si dice «addolorato e sconvolto» per la morte di Ciccantelli: «Di lui conservo il ricordo di una persona discreta ma vicina». Il vice sindaco Antonio Blasioli: «Ogni volta che ci incontravamo mi chiedeva delle vicende del Comune. Una curiosità viva la sua. Ci lascia una sentinella attenta». Tantissimi gli altri messaggi di cordoglio giunti alla famiglia. Tra questi, quelli del sindaco di Montesilvano, Francesco Maragno, di Armando Mancini che nel '93 era vice sindaco, e del governatore Luciano D'Alfonso che dice: «Pino Ciccantelli è stato un amico e un punto di riferimento, sia politico che personale». Nevio Piscione, Carlo Pace, Pino Ciccantelli: tre ex sindaci scomparsi nelle ultime cinque settimane, assieme a un pezzo di storia della città.

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