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Data: 11/05/2017
Testata giornalistica: Il Messaggero
Brucchi ritira le dimissioni «Devo difendere l'acqua. Ho sbagliato ma adesso basta teatrini» La minoranza prepara la mozione di sfiducia

Dopo una notte trascorsa in Prefettura, per monitorare l'andamento dell'emergenza idrica, il sindaco Maurizio Brucchi ieri mattina ha ritirato le dimissioni. Prima di presentarsi dal Prefetto, ha annunciato la notizia sulla sua pagina Facebook. «Sento il bisogno di riprendere il mio posto di Sindaco per difendere il bene più prezioso che noi abbiamo: la nostra acqua», si legge in un passaggio. Teramo prima di tutto, conclude Brucchi. Una decisione che ha spiazzato tutti, visto che il sindaco non ha atteso le fatidiche 24 ore come aveva invece annunciato a tutti i consiglieri nel corso dell'incontro alla Dmp Electronics. Non ne sapeva nulla neanche Paolo Gatti, il leader di Futuro In, il gruppo di maggioranza relativa che ha avuto un duro scontro con i dissidenti durante la riunione e che aveva consigliato al sindaco di chiedere la fiducia in Consiglio comunale. Brucchi ha scelto una strada diversa, anteponendo il suo bisogno di operatività alla questione politica, che pure dovrà risolvere a stretto giro. In ogni caso, il primo cittadino ha detto che è stata tracciata una rotta, il che significa che ha intenzione di seguire le indicazioni sulla Giunta a sei e che quindi tre assessori andranno a casa. Gli occhi sono puntati su Silvio Antonini di Futuro In e Caterina Provvisiero di Futuro In (si fa anche il nome di Eva Guardiani), e Mario Cozzi dell'ex Ncd. Il sindaco ha anche pubblicato la parte generale del suo documento programmatico, in cui fa il mea culpa per gli errori commessi che hanno portato a questa sfibrante situazione di stallo. «Non è più tempo del teatrino della politica si legge nel documento - non è più tempo dell'attendismo, non è più tempo dei tatticismi: ora è il momento della chiarezza e delle scelte. Ora è il momento di Teramo, del suo territorio, dei suoi concittadini, delle sue imprese, delle sue attività commerciali dei suoi oltre 4.000 sfollati che vogliono tornare nelle proprie case». Il sindaco ha quindi ammesso i suoi errori, ma ha ribadito che la colpa è da dividere tra tutta la maggioranza. «Se siamo qui a discutere l'ennesimo documento, se siamo qui a discutere se ci sono i presupposti per andare avanti, vuol dire che ho sbagliato. Ho sbagliato a fare la prima giunta e non solo la prima ma non sono stato aiutato. Ho sbagliato a non ascoltare o a dare poco peso a qualche segnale di malessere che pure c'è stato. Ho sbagliato a pensare che il bene comune è qualcosa che dovrebbe guidare l'azione politica di chi, candidandosi, si mette a disposizione della città. Ho sbagliato ma ho lavorato. Ho sbagliato ma ho ascoltato tutti. Ho sbagliato ma guardando sempre negli occhi chi mi era di fronte. Ma ora mi chiedo: ho sbagliato solo io? In questi giorni non ho sentito nessuno provare a fare un minimo di autocritica. Tutti sono stati bravi, tutti hanno svolto bene il loro compitino. Mi dispiace ma non è cosi, non è possibile, non è credibile». Intanto la minoranza sta preparando una mozione di sfiducia. «Questo teatrino ci ha stancato - afferma il pentastellato Fabio Berardini - la mozione dovrà essere votata da 13 consiglieri ma non potrà essere discussa prima di 10 giorni».

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