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Pescara, 24/07/2024
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Data: 11/05/2017
Testata giornalistica: Il Centro
Brucchi: «Resto sindaco». L'emergenza acqua lo spinge a ritirare le dimissioni, ma la crisi è ancora aperta.L'ironia sui social lo raffigura come Mosè che divide le acque

TERAMO L'ironia sui social lo raffigura come Mosè che divide le acque. Alla crisi idrica di mercoledì pomeriggio è dovuta infatti l'accelerazione che ha portato il sindaco Maurizio Brucchi a ritirare le dimissioni ieri, con un giorno di anticipo rispetto al termine entro cui avrebbe potuto esercitare quest'operazione. Dopo la lunga riunione con alleati e dissidenti, da cui ha tratto indicazioni positive per la soluzione della crisi, e il vertice notturno in prefettura per l'allarme sulla contaminazione dell'acqua potabile, Brucchi, nelle prime ore della mattinata, ha affidato a un post su Facebook l'annuncio atteso per domani. «Sento il bisogno di riprendere il mio posto di sindaco», ha scritto, «per difendere il bene più prezioso che abbiamo: la nostra acqua». La nottata trascorsa in attesa dei risultati delle analisi dell'Arta sui campioni prelevati dalle sorgenti del Gran Sasso è stata determinante. «Mi ha fatto ulteriormente riflettere», ammette Brucchi. «Ai cittadini che si domandano se possono bere l'acqua del rubinetto interessa poco quanti sono gli assessori».La crisi, però, resta aperta. Le questioni sollevate dai dissidenti Vincenzo Falasca, Alfredo Caccioni e Domenico Sbraccia, che hanno lasciato la maggioranza senza numeri per governare, sollecitando la riduzione da sei a nove dei posti in giunta e una maggiore condivisione programmatica, sono ancora sul tavolo. Brucchi ha tratto comunque indicazioni utili dalla riunione di mercoledì che hanno contribuito alla decisione di ritirare le dimissioni, pur svincolandola dall'accoglimento di quelle condizioni tramite cui la maggioranza riacquisterebbe una sufficiente consistenza numerica per arrivare a fine mandato. «C'è una situazione da affrontare con determinazione e dignità», afferma il sindaco, «bisogna risolvere la crisi, ma è stata tracciata una rotta che vorrò seguire con la condivisione di tutti». Discontinuità con la gestione passata e maggiore condivisione nelle scelte strategiche, mettendo da parte i cosiddetti "capibastone", sono le sollecitazioni arrivate da dissidenti e alleati a cui il sindaco si appresta a dare concretezza. «Sono soddisfatto del confronto con i consiglieri di maggioranza», evidenzia, «al netto di alcuni distinguo è emerso che non c'è volontà di andare al commissariamento». Le tensioni affiorate nel corso della riunione le ritiene fisiologiche. «Ci sono diverse posizioni di cui terrò conto, ma ho percepito la volontà di andare avanti», precisa Brucchi, «ma se così non dovesse essere, ne prenderò atto senza problemi». Il sindaco ha raccolto le indicazioni emerse da dissidenti e alleati, ma anche chiesto pieno sostegno fino alla scadenza naturale della consiliatura nella primavera del 2019. Lo ha scritto anche nel documento programmatico. «Ancora una volta sono pronto, per Teramo e solo per Teramo, a fare ciò che è necessario, sempre e comunque nel rispetto della dignità di ognuno», sottolinea, «ma questa volta le responsabilità vanno condivise e l'impegno va preso in un patto di sangue con la città».Una risposta concreta alle sollecitazioni dei dissidenti è inevitabile per tenere in vita l'amministrazione, ma Brucchi avverte che «non saranno più accettabili atteggiamenti e prese di posizione che non abbiano come obiettivo la nostra città». Il dibattito resta aperto anche sui punti programmatici indicati dal primo cittadino per l'attività amministrativa dei prossimi due anni. La revisione del programma è condizionata dagli interventi imposti dall'emergenza innescata nei mesi scorsi da terremoto e maltempo. Tra le priorità figurano, però, anche i grandi progetti, come l'housing sociale di via Longo e il recupero del teatro romano, oltre alle politiche di bilancio. I consiglieri, però, vogliono riflettere prima dare il loro avallo al testo

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