ROMA A settembre, in cattedra, ci saranno circa 52 mila nuovi docenti. Un'ondata di assunzioni, che va ad alleggerire le sacche di precariato della scuola e che arriva dopo un lungo braccio di ferro tra il ministero dell'istruzione e il Tesoro. Dei 52 mila assunti, infatti, 15.100 saranno su nuove cattedre. Ed è questo il segmento che ha rischiato di far saltare il banco: da un lato infatti il Miur chiedeva circa 25 mila nuovi posti, dall'altro il Mef che inizialmente ne voleva autorizzare solo 3 mila, poi non più di 9 mila. L'accordo si è chiuso ieri, invece, a 15.100, grazie a un paziente lavoro tra i due dicasteri e la presidenza del Consiglio, che ha permesso di reperire ulteriori risorse per 140 milioni. Si tratta di cattedre che arrivano dalla trasformazione di posti dell'organico di fatto, assegnati ogni anno a supplenti in base alle reali necessità che si presentano con l'avvio dell'anno scolastico, in altrettanti posti dell'organico di diritto: da settembre verranno quindi coperti con docenti di ruolo, vale a dire con contratti a tempo indeterminato.
LE AUTORIZZAZIONI Ma l'accordo comprende anche l'autorizzazione ad assumere gli altri due segmenti, per un totale di 52 mila immissioni in ruolo: si tratta di 21 mila posti che arrivano dal turn-over, quindi dai pensionamenti che lasciano scoperte le cattedre ogni anno, e di circa 16 mila posti già vacanti e disponibili. Si tratta di quelle cattedre esistenti, che non vanno quindi ad aumentare i posti disponibili ma che non hanno mai avuto un docente di ruolo e vengono anch'esse assegnate puntualmente ad un supplente, spesso con incarico annuale. Da settembre saranno di ruolo. «L'intesa raggiunta ha commentato la ministra all'istruzione, Valeria Fedeli - è frutto di uno sforzo comune nell'effettuare i necessari calcoli a partire da quanto stanziato per questo capitolo nella legge di Bilancio 2017. Trasformare ciò che oggi è organico di fatto in organico di diritto significa scegliere di continuare a investire sulla qualità della formazione dei docenti, mettendo al centro gli interessi di studenti, famiglie, insegnanti». Le nuove assunzioni arriveranno nel periodo estivo, con decorrenza dal 1 settembre prossimo, e saranno per metà da graduatorie ad esaurimento e per metà da graduatorie di merito sul concorso 2016. I posti verranno individuati solo dopo la conclusione della fase dei trasferimenti, che dovrebbe chiudersi nel mese di giugno: i 52 mila posti, infatti, rientreranno nella mobilità, soprattutto le nuove 15.100 cattedre. Resta solo di stabilirne la mappatura, tutt'ora in corso al Miur. Tra le regioni che normalmente, più di altre, chiedono l'ampliamento dell'organico di diritto con l'organico di fatto ci sono ad esempio l'Emilia Romagna e il Veneto: è facile prevedere quindi che nelle loro scuole arrivi un maggior numero di nuove cattedre.
GESTIONE AVVEDUTA «Una gestione avveduta e lungimirante delle finanze pubbliche - ha osservato il Ministro dell'Economia e delle Finanze Pier Carlo Padoan - è una condizione necessaria per sostenere il percorso delle riforme e ne rende possibile l'attuazione». Soddisfatti anche i sindacati: «Le assunzioni annunciate dal ministro Fedeli sono un passo importante ha commentato Pino Turi, segretario della Uil scuola perché l'organico di fatto va eliminato nel più breve tempo possibile: sarà infatti sempre fonte di precariato e instabilità». Ma l'allerta resta alta, soprattutto sui possibili futuri progetti del Mef: «Ricordiamo sottolinea infatti Turi - che il superamento dell'organico di fatto non incide in modo sostanziale sul bilancio statale, poiché anche questo organico ha un suo costo seppur lievemente inferiore a quello dell'organico di diritto. Non vorremmo che questa eccessiva prudenza del ministro dell'Economia nascondesse l'idea di eventuali tagli nel futuro. Su questo punto saremo molto attenti, già a partire dal monitoraggio sull'evoluzione dell'organico di fatto».