ROMA Il piano Renzi per il rilancio di Alitalia? Tutte le buone idee vanno attentamente valutate quando arriveranno sul tavolo. L'eventuale referendum bis? Saranno i sindacati a decidere. Il vaglio delle offerte? Se ne parlerà a fine luglio per poi chiudere, si spera, in autunno. I tre super commissari di Alitalia, Luigi Gubitosi, Enrico Laghi e Stefano Paleari, scelgono uno stile sobrio, quasi minimalista, nella prima uscita ufficiale. Hanno le idee chiare su tre punti: bruciare i tempi per mettere sotto controllo i costi, dal personale al carburante e risparmiare così almeno 200 milioni già da quest'anno; coordinare il nuovo assetto industriale con la proposta che arriverà dal Pd nei prossimi giorni; trovare un'intesa con le sigle sindacali sul contratto e, soprattutto, sugli esuberi, per rendere appetibile la compagnia sul mercato. Il tutto garantendo la «continuità» dei voli. Sul punto - spiega Gubitosi che coordina il pool - «vogliamo tranquillizzare tutti i passeggeri, stiamo già lavorando alla stagione invernale, ci saranno nuove rotte e nuove destinazioni, siamo qui da poco ma è come se lo fossimo da 30 anni». Insomma, al di là della drammaticità del momento - la società ha appena incassato i 220 milioni del prestito ponte per continuare a decollare - i tre ostentano tranquillità, consapevoli che per trovare nuove acquirenti ci vorrà molta pazienza e un bilancio pulito. Al momento - sottolineano Gubitosi e Paleari «non c'è un partner ideale e non ci sono stati contatti con nessuno, presto nomineremo gli advisor per avviare la ricerca». L'obiettivo dichiarato è superare l'estate - il bando per le manifestazioni d'interesse arriverà il 17 giugno - per poi sedersi al tavolo e tentare di chiudere prima che l'ex compagnia di bandiera perda troppo valore. «Entro ottobre - si augura infatti Laghi - dovrebbero arrivare le offerte vincolanti».
I PALETTI Siamo liberi - ribadiscono in coro - di valutare quello che è contenuto negli altri piani, quello vecchio targato Etihad e quello allo studio del Pd, e riportarlo in quello nuovo. Le idee buone potranno essere inserite nella nuova pianificazione. Insomma, si cercherà di mediare tra esigenze tecniche, spinte politiche - il Pd secondo i sindacati spinge per avviare una nuova consultazione sul piano industriale - e i desiderata dei compratori che, in teora, potrebbero chiedere ai commissari un ulteriore giro di vite sui costi prima di arrivare allo sprint finale o, peggio, condizionare l'ingresso imponendo condizioni più dure. Per questo i commissari contano sull'appoggio dei sindacati, la Cisl sopratutto che, rompendo il fronte ha fatto mea culpa sul referendum e che ora spera in un'intesa a monte, senza altre consultazioni dei lavoratori, per evitare la liquidazione dell'azienda. Spettro che resta sempre sullo sfondo nonostante l'ottimismo dei commissari. I quali hanno ottenuto ieri un primo risultato concreto sul fronte del rinnovo del contratto che, come noto, scade a fine mese. Invece di considerare chiusa la partita, con una disdetta unilaterale, hanno invitato le organizzazione dei lavoratori a trovare una soluzione condivisa in quattro settimane. Il tema va quindi affrontato perché soluzioni indolori non sono possibili. «Abbiamo fatto un punto - ha detto Claudio Tarlazzi della Uil trasporti - c'è la voglia di dare continuità all'azienda». Secondo il segretario nazionale della Filt Cgil Nino Cortorillo «a fine maggio loro sono liberi di non applicare» più il contratto, ma «non ce l'hanno detto come ultimatum. Comunque, ha sottolineato con realismo il segretario nazionale della Filt-Cisl Piras, «siamo in una situazione molto più complicata di quella precedente». Un altro referendum sul nuovo piano non avrà l'appoggio della confederazione della Furlan.