ROMA Stretta finale di Atlantia per l'Opas su Abertis. L'accordo verrebbe finalizzato nel week end per essere accettato dalla controparte lunedì 15: in serata è previsto l'annuncio ufficiale mentre in mattinata presso lo studio Latham & Watkins è fissato il closing con le banche per l'erogazione del prestito da 11,5 miliardi. Dunque, è ai blocchi di partenza il maggior operatore europeo del settore. Ieri il cda del gruppo autostradale controllato da Edizione al 30,2%, iniziato all'ora di pranzo, oltre alla trimestrale e ai dati sull'andamento del traffico si è occupato del piano per conquistare Abertis. Dal giorno in cui il gruppo iberico su richiesta della Cnmv (la Consob di Madrid) ha reso noto l'interesse italiano (18 aprile), Giovanni Castellucci si è dichiarato disponibile al merger a condizione che fosse amichevole. Per questo il cda di Atlantia ieri sera, al termine di una riunione durata molte ore, avrebbe formalizzato il mandato a Castellucci e ai suoi advisor (Credit Suisse, Mediobanca, studio Gianni Origoni Grippo Cappelli) di trattare su una forchetta di prezzo e su alcune concessioni in termini di governance.
IL NEGOZIATO Il negoziato finale andrà concluso con l'ad di Abertis, Francisco Reynés Massanet ma anche con Gonzalo Cortázar Rotaeche, ceo di CaixaBank, terzo istituto iberico, principale azionista, tramite la subholding Criteria Caixa, con il 22,6%, assistiti da Citi. L'offerta di acquisto e scambio dovrebbe avvicinarsi alle richieste dalla banca spagnola: il range negoziale si dovrebbe attestare fra 16,4-16,8 euro, valori più alti dei corsi di Borsa. Ieri le azioni Abertis hanno chiuso a 16,45 euro per una capitalizzazione di 16,3 miliardi, con una media degli ultimi tre mesi pari a 14,95 euro e dei sei mesi a 14,05 euro. Ma anche sul piano della governance ci sarebbero richieste legate anche alle modalità di adesione di CaixaBank rispetto all'Opas. Castellucci gradirebbe mantenere il partner bancario nella futura business combination: è però probabile che Abertis resti autonoma per un periodo (3-5 anni), seppure controllata da Atlantia. Nel negoziato delle prossime ore si dovrebbe discutere di questi dettagli e della partecipazione dei grandi soci all'offerta. La banca di Barcellona potrebbe restare con il 10-15% e in funzione della quota dipenderanno anche i posti nel cda di Super Atlantia. Lo statuto prevede un consiglio da 7 a 15 membri: oggi si è al numero massimo. Per fare spazio agli spagnoli, servirà allargare il board dove Massanet potrebbe assumere una vicepresidenza con deleghe sulle strategie riguardanti le partecipazioni di Abertis. E poi bisognerà assegnare 2-3 posti ai grandi soci come Caixa. Ieri sera con una mail è stato confermato il closing del prestito bancario da 11,5 miliardi in tre tranche erogato da 15 istituti: un term loan a 5,5 anni da 5 miliardi, un bridge to bond a 18 mesi da 5 miliardi e un bridge to disposal da 1,5 miliardi a 18 mesi. La componente cash dell'offerta sarà del 72% circa con uno scambio di carta ridotto che diluirà meno i soci italiani come Benetton. Venendo ai conti trimestrali, l'utile è salito del 7% a 176 milioni, l'ebitda del 9% a 785 milioni. In crescita del 2,7% anche il traffico autostradale.